Alzheimer più e spettacolo, danza, poesia e musica un cocktail brillante di emozioni, uno spettacolo di quasi tre ore di bellezza, un tripudio di ‘brava, bravo’; ragazzi, non siamo alla Scala, ma al Teatro Fusco di Taranto. ma la magia è uguale.
Siamo stati sempre affascinati dallo spettacolo amatoriale, vedere un giovane che la mattina monta finestre e la sera canta o quello che la mattina salta sulla nave della marina, da maresciallo di lungo corso e la sera dirige uno spettacolo.
Cosa cambia se la bravura è la stessa? Nulla, ve lo garantiamo anche noi che spesso abbiamo a che fare col mondo dello spettacolo.
E poi c’è quel quid in più, la beneficenza, il sottofondo di tutte le iniziative di Falanthra Onlus dove Daniela Lelli e Cesare Natale, da più di dieci anni, da paramedici in pensione, diventano artisti per mettere l’amore, anche il loro stesso amore, reso pubblico, per squarciare il velo dell’indifferenza di fronte al male del secolo che uccide i ricordi.
Meritano un plauso universale per la costanza, ma il resoconto di ieri sera, dello spettacolo ‘io amo un ricordo’ oltre ad essere un riconoscimento della loro bravura di poeti è anche una attestazione di piena cittadinanza dell’associazionismo sociosanitario a Taranto. O dovrebbe essere.
Tutti davvero bravi ed è difficile elencarli, ma possiamo dire che a prescindere dall’età, dai 19 anni in su, ognuno è stato brillante nella sua performance creativa, anche per chi ha fatto volteggi con le tende o coreografie di danza.
C’è stato di tutto, dalla danza pizzicata alimentate dal mantice della fisarmonica al tango, dalla lirica, col tenore martinese Gianni Nasti sempre presente nelle iniziative associative al blues con le canzoni di Notre Dame interpretate da Germano Paladino che ha impressionato il pubblico per la sua potente voce ‘grassa’ alla Tiziano Ferro.
Particolare menzione merita la presenza della famiglia D’Ayala Valva che con la loro Fondazione Duca e Duchessa di Valverde, legata ai Cavalieri di Malta, da alcuni anni sostengono alcune iniziative di Falanthra verso le famiglie colpite da quella malattia verso la quale l’OMS stessa dichiara la priorità assoluta.
Che dire di più? Un’ annotazione personale, forse, vedere la commozione di mia moglie, mi ha fatto ricordare tutti coloro che abbiamo visto in associazione e non ci sono più, ecco forse la musica, la scena ricca di nebbia soffusa ci riporta i loro occhi umidi, i loro sorrisi, allora il messaggio di amore funziona davvero.
Così la serata finisce e usciamo dal teatro, nella Taranto uggiosa di fine settembre, portandoci dentro tutti quei messaggi positivi e la strada ci appare più lieve al passo. E per la prima volta, pur essendo mezzanotte, vediamo una luce in fondo.