Israele annuncia l’uccisione di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah da più di trent’anni. È l’atto finale dell’escalation, ma apre la strada a scenari imprevedibili.

“Hassan Nasrallah non potrà più terrorizzare il mondo”. Sono queste le parole usate in un post sui social dalle Forze di difesa israeliane (IDF) per confermare l’uccisione in un raid del segretario generale di Hezbollah, il partito-milizia libanese oggetto nelle ultime due settimane di un’intensa campagna di raid da parte dello Stato ebraico. Il movimento sciita, politicamente legato all’Iran e considerato uno dei suoi più importanti asset nella regione, non ha confermato nell’immediato la notizia, iniziata a circolare già nella serata di venerdì. Si tratta, in ogni caso, del culmine di un’escalation iniziata la scorsa settimana con le esplosioni di cercapersone e walkie-talkie in possesso di vari esponenti di Hezbollah, che hanno provocato vittime e feriti anche tra i civili. In seguito, Israele ha avviato una massiccia campagna di bombardamenti nel Paese dei Cedri, continuando a eliminare vertici del “Partito di Dio”, come Ibrahim Aqil (capo della forza d’elite Radwan), risalendo la catena di comando fino a Nasrallah, il “primo in lista” tra i leader di quella che Israele considera a pieno titolo un’organizzazione terroristica.

Questo e altri temi che riguardano la regione saranno al centro della decima edizione dei Rome MED Dialogues organizzati da ISPI e MAECI che si svolgeranno dal 25 al 27 Novembre a Roma.

fonte Ispi Daily Focus

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