Con 162 voti favorevoli, 91 contrari e 3 astenuti, la Camera ha approvato in prima lettura il ddl 1660 (il cosiddetto “ddl Sicurezza”), recante «disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio.

MILANO – Questo governo così pare abbia gettato la maschera.

Uno stato democratico, già alquanto imperfetto, sta diventando un vero e proprio stato di polizia.

La Meloni ed i suoi sodali sulla scia di Orban, verso la cui politica, da parte dell’attuale governo,  vi è un indubbio e dichiarato consenso, come quanto sta accadendo dimostra, si vanno sempre più spostati verso posizioni più radicalmente illiberali di destra nazionalista e populista.

Si è cominciato col famoso “decreto RAVE” che ha introdotto nel codice penale l’art. 633-bis, rubricato (Invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l’incolumità pubblica) e si sta proseguendo in un’ottica di valutazione dei fenomeni sociali esclusivamente penale.  

L’ultimo esempio è dato da quanto recentemente approvato dalla camera sui seguenti temi:

Blocco stradale che secondo la nuova possibile normativa diventa reato penale con condanne fino a 2 anni di carcere;

Proteste in carcere o nei Cpr che possono essere punite col carcere fino a 20 anni così come le proteste contro le grandi opere ed anche la “propaganda” delle lotte è punibile fino a 6 anni, essendo considerata “terrorismo della parola”;

E’ previsto il carcere fino a 7 anni per chi occupa una casa sfitta o solidarizza con le occupazioni. La norma vale anche per chi occupa case fatiscenti pubbliche sfitte.

Si giunge a prevedere carcere fino a 15 anni per resistenza attiva e fino a 4 anni per resistenza passiva (nuovo reato, ribattezzato “anti-Ghandi”). Una norma che rappresenta un duro colpo al diritto di tutti i cittadini di manifestare in maniera pacifica.

Si è giunti a concedere facoltà per forze dell’ordine di detenere una seconda arma personale al di fuori di quella di ordinanza e al di fuori del servizio. Si autorizza, pertanto gli agenti a portare con sé, anche fuori servizio e anche senza licenza, le armi di cui all’art. 42 del TULPS (Testo Unico sulla Pubblica Sicurezza), ovvero «rivoltelle o pistole di qualunque misura o bastoni animati la cui lama non abbia lunghezza inferiore a 65 cm»

Ma non vi è limite al peggio.

Si è giunti a prevedere il carcere immediato anche per le madri incinte o con figli di età inferiore a un anno.

Da ultimo, si vieta agli immigrati senza permesso di soggiorno l’uso del cellulare, vincolando l’acquisto della SIM al possesso del permesso.

Anche l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), alla quale aderiscono i governi di 57 Paesi, tra i quali l’Italia, ha denunciato come «la maggior parte delle disposizioni» ha il potenziale di minare i principi fondamentali della giustizia penale e dello Stato di diritto.

C’è solo d’augurarsi che il senato non approvi una normativa così antiliberale e diciamo pure “fascista” e che il presidente della repubblica rifiuti di firmarla se approvata anche dal senato.

Dopo di che non resta che il referendum abrogativo almeno fino a quando non penseranno di modificare in peius, visto lo stato delle cose, anche quello

 Avv. Vito Salvatore Manfredi

patrocinante in Cassazione

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