Interessante conferenza dell’Abate dom. Antonio Perrella, ieri, presso la sede di Artava, nel cuore del Borgo antico di Taranto.
Spunti e momenti di riflessione ieri mattina, presso la sede dell’Associazione ARTAVA di Taranto, durante la conferenza dell’Abate dom Antonio Perrella.Un’analisi attenta, la sua, che ha messo a nudo un altro aspetto delle diversità antropologiche, inscindibili da quelle cultuali, in un mondo in cui i flussi migratori destano non pochi problemi in ordine all’accoglienza non solo umana, ma, anche e soprattutto, giuridica delle alterità socio- culturali.
Nello specifico, dom Perrella, Abate della Christiana Fraternitas, Comunità Monastica Ecumenica d’ispirazione benedettina, ha incentrato la sua attenzione sulle contraddizioni presenti in ambito legislativo in Italia, in merito al riconoscimento giuridico degli enti di culto non cattolici.
Un problema rilevante che evidenzia una realtà fortemente discriminante e, in alcuni casi, etnocentrica. E che frantuma quell’intercultura che dovrebbe presiedere a un auspicabile processo di interscambio culturale, nonché di accoglienza e integrazione.
Indubbiamente un intervento di notevole spessore che s’inserisce nell’ambito dell’Arcobaleno Fest. Un’iniziativa, giunta alla sua seconda edizione, promossa e ideata da Armando Blasi, presidente dell’Associazione Artava, che ha coivolto numerose associazioni operative sul territorio nell’ambito delle pari opportunità.
L’Italia e le confessioni religiose non cattoliche
” La sfida del mondo globalizzato e dei continui flussi migratori ci mettono davanti alle diversità cultuali che sono lo specchio delle diversità antropologiche. L’Italia é pronta ad accoglierle?”
Questo l’interrogativo principale da cui é partita sostanzialmente l’analisi di dom. Perrella, il quale ha citato i quattro articoli della Costituzione italiana attinenti a tale problema e che lo disciplinano, rilevando però una lacuna giuridica che ne inficia l’ossequio.
Non esistono, allo stato attuale leggi relative ad essi. Le uniche risalgono agli anni ’20, ovvero in piena dittatura fascista. E tali leggi certamente non rispettano il diritto del singolo.
Una tangibile contraddizione dunque, come messo in rilievo da dom Perrella!
I due volti della diversità
Che l’eurocentrismo sia stata una costante dell’atteggiamento dei popoli europei ce lo dice la storia. Ma, alla luce delle attuali condizioni geopolitiche, sarebbe auspicabile una maggiore flessibilità da parte di Stati, forse dimentichi di essere stati un tempo protagonisti di massicci movimenti migratori.
Il concetto stesso di diversità, già nella sua etimologia, implica un atteggiamento di giudizio nei confronti di un’alterità socio-culturale, nonché antropologica e appare evidente come sia ancora lungo il percorso verso un’intercultura che sia rispettosa, anche sotto il profilo giuridico, dell’altrui identità.
Questo in fondo dovrebbe essere un aspetto basilare di un mondo globalizzato, ma il cammino appare ancora molto lungo verso il raggiungimento di quell’equità sociale che dovrebbe disciplinare i rapporti.
Tutto dunque é ancora in fieri, come rilevato da dom Perrella, o almeno si spera. Tutto al fine di un mondo migliore!