Il digiuno appartiene alla Storia dell’Umanità ma le pratiche consigliate oggi per una sana longevità vanno valutate con attenzione

Il digiuno rituale è previsto da molte religioni come nel caso del ramadan islamico o della quaresima dei cattolici; la sopportazione e pratiche di digiuno sono note tra i nativi americani come nei rituali degli indiani Sioux nella “capanna sudatoria” o in Africa e tra gli sciamani dell’Asia e delle Americhe. L’astenersi dal mangiare viene quasi sempre interpretata come pratica purificatoria, come sacrificio che deve essere sopportato per liberarsi del piacere e delle scorie del cibo, non a caso il digiuno è spesso accompagnato dalla preghiera e dalla meditazione e la capacità di resistenza alle tentazioni della fame diventa l’espressione della capacità di sacrificio e di autocontrollo dell’individuo. A questi aspetti del digiuno si contrappongono pratiche di digiuno periodiche che stanno riscuotendo notevole successo per ipotetico vantaggio in termini di longevità. Si parla di digiuno intermittente o «intermittent fasting»  a giorni alterni, che come dice il nome, permette di mangiare solo un giorno sì e uno no oppure il digiuno 5:2, che detta di non mangiare per 2 giorni a settimana come fa il leader dell’opposizione nel Regno Unito, Rishi Sunak. Anche se questi 2 tipi di digiuno possono avere degli effetti benefici su metabolismo e obesità, non si conoscono  gli effetti a lungo termine di 2-3 giorni di digiuno a settimana su longevità e salute. Questi potrebbero includere non solo malnutrizione e perdita di massa muscolare ma anche altri problemi difficili da predire come lo sono gli effetti collaterali dei farmaci che vengono scoperti soltanto dopo anni di somministrazione.

Opuscolo online MinSal

Un chiarimento ulteriore si trova (online) un opuscolo del ministero della Salute  a cura del Coordinamento nazionale sulla nutrizione e profilassi nutrizionale, documento che intende  valutare se le varie forme di digiuno possono essere sicure ed efficaci per la perdita di peso (in particolare della massa grassa).

A questo proposito il dott. Riccardo Caccialanza, Responsabile Coordinatore dell’Area Nutrizione Clinica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano chiarisce “Non c’è alcun motivo scientifico che giustifichi la pratica del digiuno, il digiuno non offre alcun vantaggio ulteriore rispetto a un’alimentazione variegata e bilanciata anche dal punto di vista calorico abbinata a uno stile di vita sano”