Il procuratore generale del Venezuela Tarek William Saab, ha annunciato di aver richiesto un mandato d’arresto internazionale contro il presidente argentino, Javier Milei, il segretario generale della presidenza, Karina Milei, e il ministro della Sicurezza, Patricia Bullrich. La causa della controversia è sorta tra i due paesi sulla detenzione in territorio argentino e sulla consegna agli Stati Uniti di un aereo cargo venduto, secondo Washington, da una compagnia aerea iraniana sanzionando una compagnia statale venezuelana.
Il Venezuela chiede l’arresto del presidente argentino Milei
In seguito a quell’episodio, nei rapporti tra Venezuela e Argentina si è accentuata la tensione che già si era accumulata da quando Milei era salito al potere, nel dicembre dello scorso anno. Difatti, l‘ambasciata argentina a Caracas è stata evacuata dopo le elezioni del 28 luglio, nelle quali Maduro ha vinto secondo i dati ufficiali del Tribunale Elettorale, ma in nessun momento è stato diffuso il verbale delle elezioni. Per questo motivo e per le accuse di crimini contro l’umanità, l’Argentina e la maggior parte dei paesi della comunità internazionale non riconoscono Maduro come presidente del Venezuela. L’amministrazione del presidente Nicolás Maduro ha poi accusato l’Argentina e gli Stati Uniti di “collusione” e di violazione delle norme aeronautiche internazionali e dei “diritti commerciali, civili e politici” di Emtrasur Cargo. Ora, il procuratore generale venezuelano, Tarek William Saab, ha indicato che è stata aperta un’indagine penale e ha nominato due pubblici ministeri specializzati per elaborare i mandati di arresto contro Milei. La richiesta di arresto era diretta anche contro la sorella Karina, segretaria generale della presidenza argentina, e il ministro della Sicurezza, Patricia Bullrich, per la loro presunta responsabilità nel “furto e smantellamento” dell’aereo lo scorso febbraio.
Milei respinge il mandato di arresto
Il governo argentino ha respinto i mandati di arresto richiesti dal Procuratore Generale venezuelano, attraverso una dichiarazione in cui sosteneva che “il caso in questione è stato risolto dalla Magistratura, un potere indipendente sul quale l’Esecutivo non può e non deve avere alcuna ingerenza, in applicazione di un accordo internazionale”, in riferimento al fatto che lo scorso gennaio, un mese prima della consegna, un giudice argentino aveva approvato il sequestro dell’aereo cargo su richiesta degli Stati Uniti. Nel documento, pubblicato sul sito del Ministero degli Esteri argentino, si legge inoltre che “il governo argentino ricorda al regime venezuelano che nella Repubblica argentina prevalgono la divisione dei poteri e l’indipendenza dei giudici, cosa che purtroppo non avviene in Venezuela sotto la regime di Nicolas Maduro”.