Oggi compirebbe ben 150 anni uno dei più grandi ingegneri ed accademici italiani di tutti i tempi che, con il suo genio costruttivo, ha dato molto a Napoli.
Gioacchino Luigi Mellucci è stato uno dei più grandi ingegneri del XX secolo: la sua parabola produttiva lunga più di un secolo è contraddistinta dalla ‘novità’ e dalla ‘sperimentazione’.
Partendo dal suo personale concetto secondo cui l’arte non è concepibile soltanto come estetica ma anche come pura funzionalità e staticità, portano la sua firma alcune tra le più significative opere architettoniche contemporanee dell’edilizia civile italiana e mondiale. Innovativo nelle sue soluzioni spaziali e strutturali, ogni sua realizzazione racchiude in sé l’innovazione oltre all’ eleganza, alla modernità in risultati sempre nuovi e sorprendenti dovuti anche ai suoi studi su nuove tecniche e nuovi materiali, studi di cui ci ha lasciato importanti scritti.
Ebbene, nel 2024 ricorrono i 150 anni dalla nascita dell’ingegnere partenopeo Gioacchino Luigi Mellucci (1874-1942): il suo cognome risuona nei manuali universitari e non solo. E’ stato uno fra i più richiesti progettisti sia in ambito pubblico che privato; infatti, sue furono le terme di Agnano [immagine di copertina], il teatro augusteo e la funicolare centrale, sì come le facciate d’innumerevoli palazzi delle più prestigiose città italiane, dalla Lombardia al Molise. Però, fu la sua città natia a fornirgli maggiori possibilità di espressione tecnica ed artistica, tant’è che in breve tempo divenne coralmente riconosciuto quale uno dei migliori interpreti dello stile Liberty a Napoli.
Figlio del secolo XIX al tempo della seconda rivoluzione industriale, di nobili e illustri natali sia per parte materna(contessa Gaudiosi di Cosenza) che paterna di Napoli discendenti dai Caracciolo, nativo del comune casertano di Curti, ma napoletano, si formò alla Regia Scuola d’Applicazione di Napoli e, da studente, visitò centri storici, monumenti ed edifici principali delle più ricche e avanzate città dell’allora neo-defunto Regno delle due Sicilie. Tuttavia, nei primi anni del XX secolo avvenne l’incontro che gli risultò cruciale per l’orientamento della sua futura attività edile: in occasione di un progetto per il Werkbund all’Esposizione di Colonia del 1914 conobbe Walter Gropius, progettista delle Officine Fagus e fondatore del Bauhaus. Anche lo stadio Artemio Franchi di Firenze, recentemente al centro di un dibattito circa la natura dei provvedimenti da prendere per la sua tutela e conservazione, reca la firma dell’ingegner Mellucci.
Purtroppo, la vita del valente progettista si concluse anzitempo, a soli 68 anni, quando l’Italietta, tutta presa dallo sforzo bellico, non aveva tempo d’interessarsi a celebrare l’acume e le gesta di un grande che periva. Quindi, è proprio il caso di dire che questa memoria gliela dobbiamo, in segno di riconoscenza verso l’ingegno di chi ci ha lasciato in eredità la possibilità di godere di beni tanto duraturi quanto di pubblica utilità.
- Menzione a parte meritano il convegno tenutosi a Casamicciola ad aprile per ricordare la sua grande opera di tutta la litoranea dell’isola del 1926 , convegno svolto da eminenti relatori quali: Felice Casucci, l’arch. Alessandro Castagnaro ed il Commissario di Governo, Giovanni Legnini, realizzato da Discover Italia e con la grande partecipazione del pronipote il prof. Giorgio Mellucci. Aspettando il restauro della targa lapidea ad opera del Sindaco di Lacco Ameno il Dott. Pascale Giacomo.
- La proposta del Presidente della Viabilità ed infrastrutture e lavori Pubblici del Comune di Napoli dott. Nino Simeone per l’affissione di una targa nella Funicolare Centrale con il Nervi
- L’affissione di una targa da parte dell’amministratore dott. Giuseppe Gargiulo dinanzi all’ex palazzo Mellucci in via stella 45 a Napoli
- Un convegno – mostra al Museo del dott. Gaetano Bonelli a Materdei
Arch. Giulio de Sia