di Rita Mascialino

Potrà apparire a prima vista non consono o quantomeno bizzarro un possibile parallelo tra Kubrick (1928-1999) e Dante (1265-1321) in relazione all’attualità dell’Unione Europea relativamente alla gestione della sessualità: il regista del capolavoro Eyes Wide Shut è uomo della contemporaneità, il poeta della super divina Commedia è uomo del Medioevo. Le epoche sono reciprocamente molto distanti e c’è tutto un progresso scientifico, culturale e politico di mezzo fino all’epoca attuale. Entrambi gli artisti però, nel riconoscimento del limite nella gestione del sesso, sono concordi. Quali uomini universali che superano tutti i tempi e i luoghi, essi non considerano positivamente il sesso sfrenato, estremo, e credo abbiano ragione: la sfrenatezza istintuale nel sesso, da qualsiasi punto di vista la si consideri, non potrà mai essere un valore, in nessun tempo, in nessuna società, ossia non potrà mai essere motore di progresso qualsiasi, ma solo di eventuale decadenza.

Diamo qualche dettaglio a possibile giustificazione del giudizio testé espresso, come è sempre necessario quando si esprimono giudizi, opinioni.

foto di Umberto Palazzo

Nel film Eyes Wide Shut, il grande regista Stanley Kubrick, tra il molto altro – si tratta di un messaggio filmico non superficiale, bensì articolatissimo e profondo – mette in relazione il sesso sfrenato e scollegato dalla sfera del sentimento con una possibile maggiore disponibilità alla violenza ideologica e pratica fino a condurre all’omicidio senza che si abbia nessuno scrupolo. Certo, si uccide anche senza la sfrenatezza nel sesso – Kubrick nel film non fa soverchia differenza neanche tra le fantasie estreme e le applicazioni concrete delle stesse –, ma non è questa una riflessione su altro che tolga il senso del limite, qui l’argomento è la considerazione della sessualità, divenuta così importante attualmente anche stando alle Raccomandazioni nonché Regolamenti e Direttive, Leggi emanate dall’Unione Europea.

Tuttavia è altrettanto certo che sia una caratteristica primaria della sessualità, data la sua centralità niente meno che per la perpetuazione della specie, la capacità di suscitare sensazioni di potenza soprattutto o anche solo nei maschi a fronte della loro specifica natura, producendo utili stimolazioni a nobili gesta. Tali stimolazioni al contrario, in presenza di una sessualità fuori controllo, possono agevolare nell’individuo il sorgere di consce e inconsce illusioni, anche estreme, di potenza – appunto illusioni – che per così dire non stanno chiuse nei circuiti deputati alla sessualità, ma escono e danno la loro colorazione sfrenata ad altri comportamenti, precipuamente a comportamenti di violenza esaltandoli. In altri termini: l’assenza di limite, l’assenza di freni, la penosa e patetica credenza di poter fare qualsiasi cosa dovuta all’illusione che dà la potenza sessuale, ovviamente in negativo – per il positivo ci vuole ben altro che l’illusione di potenza generata dall’istintualità sfrenata – possono contribuire a portare in rovina gli individui e alla lunga con essi la società in cui operano. Allora si deve limitare o magari conculcare la libertà sessuale?

Assolutamente no, essa va caso mai maggiormente rispettata e comunque non avversata, ma questo è altro tema per ulteriori riflessioni. Solo che in una democrazia che voglia progredire verso l’alto, non verso il basso come è andata viepiù cadendo dai suoi inizi nel dopoguerra europeo, non ci può e non ci deve più essere posto per la sfrenatezza istintuale, bensì si deve far posto, ampio posto ai doveri, veri doveri, quelli che impongono l’esercizio della disciplina, per tutti, maschi e femmine, doveri che le illusioni di potenza fuori range possono contrastare. Sono idee vecchie? No, basta vedere in che stato è la società attualmente, in generale. Sono idee da considerare, nessuno obbliga alla condivisione. Non ha detto il nostro grande italiano Leonardo da Vinci che “Impedimento non mi piega. Ogni impedimento è distrutto dal rigore. Destinato rigore. Ostinato rigore. Non si volta chi è a stella fisso”?

Non si deve per questo diventare come lui, magari si potesse con un po’ di disciplina, ma condivido in pieno il dato di fatto che serva tuttavia il rigore, l’unico che dà vera sensazione di potenza, non illusione di potenza, l’unico che dà la possibilità di sperimentare il piacere di essere davvero potenti e non poco. Anche il sesso pertanto, pur giustamente libero nelle scelte, va tenuto sotto controllo, senza che prenda il sopravvento sulla personalità, nella mente degli individui stimolandoli ad azioni non nobili.

Venendo ora al nostro Dante, all’italiano Dante, nel V Canto dell’Inferno il sommo poeta cita Semiramide – lasciamo perdere la storicità o la leggendarietà della stessa, qui ci interessa solo l’opinione dantesca in merito alla sessualità sfrenata – Che a vizio di lussuria fu sì rotta,/che libito fé licito in sua legge. La sua sfrenatezza nella sessualità le fece cambiare le leggi nel suo Paese. Era stato permesso quindi legalmente a tutto il popolo di contravvenire a ogni limite nella gestione della sessualità, così che non fosse più una vergogna solo della Regina.

Prendiamo, per concludere, l’esempio di un Paese avanzatissimo, la Germania, democratico e faro della libertà, un Paese dove è legale, tra l’altro e se non ho capito male (La Repubblica, 2 dicembre 2020), fare sesso nudi a Berlino e altrove, ovunque capiti nei luoghi pubblici – chiedo scusa, ma mi sovviene l’involontaria associazione alla legalità introdotta dalla dantesca Semiramide. Questo non sorprende nessuno in Germania e non so se anche già altrove non sorprenda nessuno e sia bene accolta tale legalità. Giustamente, perché ognuno a casa propria fa quello che vuole, ovviamente nella legalità e in Germania la legalità c’è.

Ritengo comunque che il sesso libero nei luoghi pubblici, per fare appunto solo un esempio conclusivo, appartenga alle forme dell’istintualità sfrenata, quella che quando prende il sopravvento porta danno e nessun vantaggio. Ma, è proprio utile e così indispensabile a una democrazia che voglia e debba andare verso l’alto fare sesso nudi nei luoghi pubblici? Ritengo senz’altro secondo la mia opinione di cittadina italiana ed europea, che sia utile, sempre che si voglia fare dell’uomo una bestia completa, più esattamente: sempre che si voglia per qualche motivo tornare nel più semplice dei modi e di gran carriera allo stato bestiale di un’umanità appartenente all’Ordine dei Primati, la libertà sessuale intesa come mancanza di limite, l’istintualità sfrenata dimentica del sentimento lo possono ottenere molto velocemente in qualità di modello per i giovani e anche per i vecchi – in discesa si va forte anche se si rischia di rompersi l’osso del collo, la salita è faticosa. E se avesse ragione il detto di Bartali, il campione ciclistico secondo cui l’è tutto da rifare?

E se qualcuno riflettesse più profondamente e con cognizione di causa sul messaggio di Kubrick e di Dante a proposito del controllo della sessualità pur libera ovviamente, per non parlare di Leonardo da Vinci e del suo magnifico, straordinario e sovrano elogio del rigore? Non si rifarebbe tutto come avrebbe voluto Bartali, ma si comincerebbe almeno con qualcosa, per altro con qualcosa di molto più importante per la personalità degli umani di quanto si possa credere, come è stato accennato più sopra. Forse non è ancora troppo tardi, detto senza nessuna illusione di potenza. E se ad esempio la Germania volesse continuare, come è suo totale e inviolabile diritto sovrano a casa sua, con le leggi su accennate e tante altre? Benissimo, basta che non le imponga ad altri che magari non le vogliono a casa loro.

Rita Mascialino

foto uppa.it

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.