La particolarità dei libri di autore è quella che anche un titolo diventa persino attuale.

Pensate alla politica di questi giorni e immaginate qualcuno che incipit cosi il suo racconto: ” Beati immaculati..Andare davanti al giudice, dirgli: “Ho commesso un delitto”.

Ma non succede nella realtà. Dove si sono visti questi comportamenti. Ed anche il protagonista del nostro racconto di oggi dice cosi: “Eccomi nelle vostre mani. Ascoltatemi. Giudicatemi”.  Posso andare davanti al giudice, posso parlargli così? Non posso né voglio. La giustizia degli uomini non mi tocca. Nessun tribunale della terra saprebbe giudicarmi”

Ecco servito il paragone al presente

Ma torniamo al racconto del nostro personaggio del libro “l’Innocente “di Gabriele D’Annunzio, scritto nel 1892.

È il secondo dei “Romanzi della Rosa”, con “Il piacere” e “Il trionfo della morte“.

La narrazione è in prima persona ed inizia con una confessione del protagonista ai lettori, non ai giudici, ad un anno dal delitto. Non si tratta di un pentimento sincero dovuto al rimorso, ma uno sfogo di tensione.

” Era di aprile. Eravamo in provincia, da alcuni giorni, io e Giuliana e le nostre due bambine Maria e Natalia, per le feste di Pasqua, in casa di mia madre, in una grande e vecchia casa di campagna, detta La Badiola.

Correva il settimo anno dal matrimonio. Ed erano già corsi tre anni da un’altra Pasqua che veramente m’era parsa una festa di perdono, di pace e d’amore, in quella villa bianca e solinga come un monasterio, profumata di violacciocche; quando Natalia, la seconda delle mie figliuole, tentava i primi passi, uscita allora allora dalle fasce come un fiore dall’invoglio, e Giuliana si mostrava per me piena d’indulgenza, sebbene con un sorriso un po’ malinconico.

Io era tornato a lei, pentito e sommesso, dopo la prima grave infedeltà. Mia madre, inconsapevole, con le sue care mani aveva posto un ramoscello d’olivo a capo del nostro letto e aveva riempita la piccola acquasantiera d’argento che pendeva dalla parete.
Ma ora, in tre anni, quante cose mutate!

Tra me e Giuliana era avvenuto un distacco definitivo, irreparabile. I miei torti verso di lei s’erano andati accumulando. Io l’aveva offesa nei modi più crudeli, senza riguardo, senza ritegno, trascinato dalla mia avidità di piacere…

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LA RETE

Luchino Visconti nel 1976 ha realizzato il film L’innocente tratto dal romanzo di D’Annunzio con Giancarlo Giannini, Laura Antonelli, Jennifer O’Neill, Rina Morelli, Massimo Girotti

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