Giusto un mese fa, il 4 agosto 2024, papa Francesco pubblicava una lettera inizialmente pensata per i futuri sacerdoti ma poi indirizzata a tutti i cristiani, e io aggiungerei a ben vedere interessante e stimolante per tutti gli uomini di ogni religione e cultura: “Lettera sul ruolo della letteratura nella formazione”, vergata il 17 luglio. Una lettera in cui il pontefice ha voluto sottolineare l’importanza della letteratura nella formazione dei candidati al sacerdozio e di tutti i cristiani, affermando il “valore della lettura di romanzi e poesie nel cammino di maturazione personale.”  Papa Bergoglio non è nuovo al richiamo della letteratura. Fin dal suo primo discorso di insediamento, nel marzo 2013, numerose sono le citazioni di scrittori antichi o contemporanei, che utilizza per parlare all’uomo di oggi.

La conoscenza della letteratura mondiale aiuta a conoscere meglio l’indole umana. Egli, infatti, si domanda “come possiamo parlare al cuore degli uomini se ignoriamo, releghiamo o non valorizziamo “quelle parole” con cui hanno voluto manifestare e, perché no, rivelare il dramma del loro vivere e del loro sentire attraverso romanzi e poesie?”. Il pontefice rimprovera anche l’impostazione attuale del percorso formativo dei candidati al sacerdozio in cui “tranne poche eccezioni, l’attenzione alla letteratura viene considerata come qualcosa di non essenziale. Al riguardo, desidero affermare che tale impostazione non va bene. È all’origine di una forma di grave impoverimento intellettuale e spirituale dei futuri presbiteri”.

La letteratura, di qualsiasi contesto storico, “ha così a che fare, in un modo o nell’altro, con ciò che ciascuno di noi desidera dalla vita, poiché entra in un rapporto intimo con la nostra esistenza concreta, con le sue tensioni essenziali, con i suoi desideri e i suoi significati” che non può essere sottovalutata nella maturazione dell’uomo. La letteratura predispone alla comprensione dell’umano in ogni sua sfumatura, e lo fa educando all’attenzione.

Leggere fa bene e ognuno dovrebbe cercare in assoluta libertà i libri che vuole. Il papa aggiunge che “non c’è cosa più controproducente che leggere per obbligo”. È importante trovare quel libro che meglio risponde ai propri bisogni, aspettative, desideri e “dobbiamo selezionare le nostre letture con apertura, sorpresa, flessibilità, lasciandoci consigliare, ma anche con sincerità, cercando di trovare ciò di cui abbiamo bisogno in ogni momento della nostra vita”. Papa Francesco è fiducioso che ognuno “troverà quei libri che parleranno alla propria vita e che diventeranno dei veri compagni di viaggio”.

Senza demonizzare i nuovi media, Bergoglio sottolinea come il prodotto letterario è più “ampio e attivo” dei film o di altre forme in quanto mentre si legge si riscrivere in qualche modo l’opera, si dialoga con essa, si allarga la propria immaginazione, vengono stimolati pensieri e riflessioni, ci si rispecchia e si trovano le parole giuste che possono illuminare e interpretare meglio di noi stessi quello che stiamo vivendo, sentendo, provando. “Nella lettura, il lettore si arricchisce di ciò che riceve dall’autore, ma questo allo stesso tempo gli permette di far fiorire la ricchezza della propria persona, così che ogni nuova opera che legge rinnova e amplia il proprio universo personale.”

Il pontefice mette al centro il tema della letteratura perché nel tempo odierno, per i sacerdoti ed i cristiani, occorre “non perdere mai di vista la “carne” di Gesù Cristo: quella carne fatta di passioni, emozioni, sentimenti, racconti concreti, mani che toccano e guariscono, sguardi che liberano e incoraggiano, di ospitalità, di perdono, di indignazione, di coraggio, di intrepidezza: in una parola, di amore”. Lo stile di Francesco è sempre stato quello dell’attenzione all’uomo e di dialogare con esso per cogliere i semi del divino; infatti “un’assidua frequentazione della letteratura può rendere i futuri sacerdoti e tutti gli agenti pastorali ancora più sensibili alla piena umanità del Signore Gesù, in cui si riversa pienamente la sua divinità”.

Ma non solo ragioni di fede, anche la scienza viene a supporto dell’importanza della conoscenza della letteratura. Abituarsi a leggere “produce molti effetti positivi nella vita della persona: la aiuta ad acquisire un vocabolario più ampio e di conseguenza a sviluppare vari aspetti della sua intelligenza. Stimola anche l’immaginazione e la creatività. Allo stesso tempo, questo permette di imparare ad esprimere in modo più ricco le proprie narrazioni. Migliora anche la capacità di concentrazione, riduce i livelli di deterioramento cognitivo, calma lo stress e l’ansia.” I testi dei grandi autori sono un’immersione nella variegata umanità, nelle sue sfaccettature colte con chiarezza e profondità dalla abilità della penna dello scrittore. Per questo le opere letterarie aiutano “a comprendere e quindi ad affrontare le varie situazioni che possono presentarsi nella vita.” È uno strumento importante per esplorare la complessità umana ed entrare in dialogo con altre culture. La letteratura in sé ha la capacità di rivelare gli abissi dell’animo umano e di illuminare i percorsi interiori che conducono alla verità e anche alla salvezza, aiutano la comprensione della storia e dei vari contesti da cui sono nate le opere letterarie, riflesso di un mondo da cui sono state generate.

Un testo che vuole avvicinare ulteriormente alla letteratura e favorire così un dialogo con il mondo. Uno strumento per tutti perché la letteratura può “educare il cuore e la mente”  ad un “esercizio libero e umile della propria razionalità”, al “riconoscimento fecondo del pluralismo dei linguaggi umani”, ad un “ampliamento della propria sensibilità umana”.

La letteratura è un patrimonio culturale indispensabile per l’umanità.

Di Michele Trabucco

Insegnante e giornalista

 

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