La notizia di un profilo social anonima contro collaboratori di giustizia della Sacra Corona Unita e presunti confidenti, la quale riporta una cinquantina di video, foto dei primi collaboratori fino a quelli attuali e anche stralci dei verbali di collaborazione, è un ulteriore segnale della rinnovata presenza e pericolosità della Sacra Corona Unita nella provincia di Brindisi e, più in generale, delle mafie nel sud della Puglia.
Dopo alcuni omicidi e sparatorie, dopo le diverse minacce e intimidazioni, persino all’indirizzo di esponenti della magistratura e delle Forze dell’Ordine, una notizia simile è ulteriore dimostrazione di quanto la SCU sia attiva anche sui canali di comunicazione social e di come li utilizzi sempre più per diffondere violenza, omertà e prepotenza. Infatti, nonostante i numerosi arresti e gli importanti processi operati contro di essa dagli anni ’90 ad oggi, la mafia del brindisino torna a mettersi in mostra, a minacciare e purtroppo continua ad avere un seguito, tanto che la pagina social, prima che fosse chiusa, aveva vari commenti e alcune migliaia di “mi piace” e followers.
Non è la prima volta che la mafia imprenditrice del Salento, che basa forza e consenso sociale sugli ingenti guadagni dei traffici di sostanze stupefacenti e sul loro reinvestimento, arriva a diffondere, in particolare nel brindisino, i propri ordini e messaggi non solo attraverso le modalità storiche ma anche tramite i più moderni social, che vengono utilizzati maggiormente dai giovani. Questo ci preoccupa, perché sono la fascia di popolazione più facilmente permeabile dai disvalori e dalle false promesse delle mafie.
L’azione repressiva, seppur continuativa, importante e indispensabile, non risulta sufficiente a sradicare la Sacra Corona Unita. Pertanto, è necessario approfondire collettivamente la complessità dei fenomeni mafiosi e corruttivi, la loro infiltrazione e permanenza nel tessuto sociale, culturale ed economico e porre attenzione al consenso sociale che le mafie ricercano e di cui ancora godono. Serve un maggiore impegno delle istituzioni e di tutta la cittadinanza per intervenire sulle condizioni economiche, sociali e culturali che ancora oggi mantengono in vita la SCU. È urgente agire alla radice del problema e restituire alle persone servizi e lavoro dignitoso, partecipazione, cultura, coesione sociale e valorizzare i beni comuni per l’interesse generale. Ciò è necessario se vogliamo guarire le pesanti ferite e la negazione dei diritti causate nei nostri territori da mafie, corruzione, sfruttamento e creare un cambiamento profondo e duraturo.
Occorre interrogarsi su quali siano le persone e le realtà che dimostrano con l’esempio quotidiano, la coerenza e la continuità dell’impegno antimafia e per la giustizia sociale. Bisogna chiederselo quando si naviga sui social e quando si sceglie di partecipare a eventi che si svolgano nel brindisino come nel resto della Regione.
Per consegnare ai giovani un futuro diverso, occorre superare indifferenza o rassegnazione, nonché agire, facendo tesoro delle esperienze belle e positive che ci sono e di cui occorre prendersi cura, per fare quel passo in più che è urgente e necessario. Libera continuerà a impegnarsi nel segno del “noi”, pronta ad accogliere il contributo di chiunque voglia costruire insieme questo cammino di crescita collettiva.