di Lana Lia
Il caldo continua ad affliggere l’Italia anche quando stanno per riaprire le scuole. Il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani (CNDDU) torna a parlare delle temperature elevate nelle scuole.
Il CNDDU, in una nota, dichiara di aver ricevuto molte segnalazioni da parte di docenti e studenti che lamentano disagi a causa del caldo insopportabile nelle aule, soprattutto nelle regioni del sud Italia.
Nessun passo avanti rispetto alla maturità 2012, quando persino tre studenti dell’aula sostegno (la parte meno grave, ma per regolamento comunque separata dagli altri) soli con i loro due insegnanti, faticavano a sopportare il caldo, nonostante l’utilizzo di un ventilatore. Immaginiamoci il resto degli insegnanti e degli alunni, ammassati insieme nello stesso luogo, seppur ampio. Questo accadeva nell’anno già menzionato in Lombardia. Sempre in questa regione, gli studenti che avrebbero svolto gli esami di stato nel 2012, spesso, erano sottoposti al problema del freddo a causa di un sistema di riscaldamento non funzionante e, a volte, con serbatoi non puliti. Che succede nelle scuole ora, invece?
Sebbene ci siano circa 16.000 sistemi di climatizzazione negli istituti scolastici, questi avrebbero posto principalmente negli uffici amministrativi e in presidenza. Le aule? Restano alle temperature cocenti. I regolamenti scolastici imporrebbero agli alunni un abbigliamento consono, spesso incompatibile con il caldo di questi anni. Già 13 anni fa, gli studenti si ribellavano, anche per motivi che non avevano a che fare col caldo. Ormai, però, è sempre più difficile capire se, davvero, il caldo sia una scusa. Molte persone, costrette in casa durante l’estate e i primi mi mesi dell’autunno, possono stare anche in canottiera e mini shorts per il caldo eccessivo.
Come 13 anni prima, il problema ‘caldo a scuola’ è diventato insostenibile durante la maturità, con tutti gli studenti,o quasi se si escludono le piccole sale per il sostegno che restano comunque calde, e i docenti che sopportavano temperature elevate all’interno delle aule utilizzate per gli esami. Come 13 anni prima, spesso, sono stati utilizzati ventilatori presi in prestito da altri locali.
Il Coordinamento ritiene giusto dotare le aule di sistemi di climatizzazione adeguati o, in alternativa, di schermare le finestre con materiale isolante per ridurre l’impatto dei raggi solari:“Riteniamo che la tutela della salute pubblica dei lavoratori e non sia un diritto inalienabile su cui tutti dovremmo riflettere” conclude il CNDDU, chiedendo intervento immediato per evitare ulteriori problemi. Ma cosa sarebbero questi materiali per schermare le finestre e siamo sicuri che siano adatti? Non è che gli attuali materiali per oscurare siano così protettivi, soprattutto per il calore. Può essere che rendano più buia la stanza, ma davvero salveranno dai calore?
Il CNDDU vuole un ambiente di apprendimento sicuro e confortevole e propone di posticipare l’inizio dell’anno scolastico al 26 settembre, concludendolo entro il 18 giugno. Cosa non funziona? Va bene ritardare l’apertura della scuola, ma già il 18 giugno farà caldo perché c”è il surriscaldamento globale, non dimentichiamocelo! Se non si inizia subito a lavorare per fornire almeno un ventilatore per classe, sarà tutto inutile. Un ventilatore non basta ma, viste le difficoltà per fare, aggiustare e rifare impianti di condizionamento, sarebbe bene dare qualcosa di più sicuro ed investire denaro in siluzioni che si trovino facilmente sul mercato. Ci sono, attualmente, dei ventilatori che possono arieggiare tranquillamente spazi ampi come le classi. Non devono essere enormi, basta che non siano i classici ventilatori ‘mini’ di 13 anni fa. Non un ventilatore da tavolo, ma uno a colonna farebbe la differenza. Importante, poi, e anche la frequenza e le ore in cui le finestre vengono tenute aperte. Tenere aperte le finestre durante i periodi caldi e utilizzare il ventilatore è uno spreco di energia. Le finestre aperte fanno entrare il caldo. Ma, secondo il coordinamento, la scelta di incominciare le lezioni il 26 settembre, senza specificare se e quali lavori verranno effettuati prima della riapertura, sarebbe una “misura che permetterebbe di evitare i mesi più caldi e di garantire un avvio sereno dell’anno scolastico”.
Fonte:
orizzontescuola.it