La debolezza di una visione collettiva, dell’Interesse Generale dello Stato, il suo progressivo indebolimento sotto spinte di vario genere, subite da parte di Leader pubblici interessati al proprio tornaconto , più che all’Interesse Nazionale,
associato alle recenti derive private iper liberiste, che hanno come fine ultimo l’arricchimento dei top manager e dei loro principali azionisti,
https://torinocronaca.it/news/torino/357676/pilota-ingegnere-e-contadino-chi-e-tavares-il-manager-da-36-milioni-di-stipendio-che-lascia-a-casa-15mila-lavoratori.html
con un interesse debole per i destini dei lavoratori e delle economie pubbliche, che pur tanto avevano investito nelle loro imprese (vedasi la storia di quello che era uno dei principali gruppi industriali italiani e mondiali dell’auto),
ha portato alla desertificazione del sistema industriale Occidentale con la delocalizzazione prima e la cessione poi del Know How e delle stesse strutture industriali ad altri Player emergenti, che oggi di fatto controllano l’industria dell’auto, delle telecomunicazioni ecc.
e che adesso vengono a produrre anche in Europa, dove c’è la gara a chi offre di più per avere la novita elettrica, che nel frattempo, comincia ad emergere come la grande delusione industriale, anche per i più astuti del settore
Per fortuna che c’è ancora qualche governo che controlla gli interessi nazionali e impedisce che lo scempio della ricchezza industriale pubblica finisca in rovina o in mani altre, come accaduto anche di già per il Tessile.
Un tentativo di frenare questa deriva di deindustrializzazione, va riconosciuto all’Amministrazione Statunitense in carica, che ha operato grandi investimenti per riorganizzare il sistema industriale nazionale, forse anche memore della fine che fece il Regno delle Due Sicilie, che da leader culturale e industriale dell’Europa, scivolò verso l’ assistenzialismo della Cassa per il Mezzogiorno, con la distruzione di una delle più floride economie della prima Rivoluzione Industriale
https://www.unilibro.it/libro/franco-danilo/reali-fabbriche-ferro-calabria-storia-archeologia-industriale/9788849859621?srsltid=AfmBOopDHhdDpXVs7W9iobngzWjym3daFRHro7PqQAtRpU3JoSDDt1xV
Politiche industriali efficaci pubbliche con un rilancio della capacità produttiva europea e di quello che è stato l’Occidente Capitalistico, che ha guidato negli ultimi due Secoli l’Innovazione e la democrazia moderna,
con forti politiche pubbliche che garantiscano interessi nazionali e la partecipazione dei lavoratori ai successi delle imprese,
riequilibrando deliri vari di salvatori di se stessi e di pochi altri amici e sodali azionisti,
dei frutti di investimenti pubblici (passati e attuali) e del lavoro di milioni di persone che allegramente vengono messe in mezzo a una strada ridendo, e trattate peggio dei vari caporalati sui poveri immigrati più o meno regolari.
Una Mission che il nuovo Governo Europeo dovrebbe coltivare, e forse anche il nuovo inquilino che arriverà alla Casa Bianca.
E’ questo forse il senso di un Governo dello Stato, oltre le lobby piccole e grandi, che ne hanno snaturato il significato eminentemente Pubblico, Nazionale e sovranazionale,
oltre i primati vari, da quello lumbard a quello sovranista vario europeo, che cambiano sulla base di mode e ad esigenze locali che confliggono una con l’altra come le vicende continentali ci ricordano e insegnano,
con lobby accecate, che sull’altare dei sogni di primati forbesiani, portano aziende lavoratori e Nazioni nel baratro,
come si sono accorti anche alcuni fortunati milionari che ripensano al loro ruolo https://www.corrierenazionale.net/2024/07/31/il-leader-dei-milionari-usa-che-chiedono-piu-tasse/
Vincenzo Valenzi