Questo paese immenso, il maggiore del pianeta tanto da coprire Stati Uniti e Cina messi assieme e con una densità abitativa tra le più basse: la sua parte occidentale rivolta verso il Mar Baltico e l’Europa, a guisa di balcone che osserva e scruta, una posizione di preminenza e anche di dominio che sostanzialmente, pur mai imposta o obbligata, non è stata mai intaccata, solo combattuta o contrastata.
Un paese immenso, venti-trenta popoli, venti-trenta dialetti, una matrice levantina che non rifugge all’apertura occidentale, anzi tale apertura specie a livelli politici e culturali è stata particolarmente vissuta e ricercata, con risultati senza uguali. Specie in questi due ultimi secoli non è agevole rinvenire un altro paese che si sia cosi amalgamato quanto la Russia con certi paesi europei quali la Francia, l’Italia, la Germania: inimmaginabili le relazioni in tutti gli ambiti tra la Russia e questi paesi, nelle turbolenti vicende storiche europee: altro paese amato fu anche la Svizzera, non solo Ginevra quanto Zurigo, principalmente Berna, quest’ultima la università più frequentata dalle russe! La Francia ha in ogni momento goduto di una posizione speciale che la spedizione napoleonica non ha in sostanza intaccato: il monumento a tale relazione è un monumento vero e proprio, tra i più amati di Parigi e cioè il Ponte Alessandro III voluto dallo Zar Nicola II in onore del padre, quale segno dell’amicizia Francia Russia e infatti si chiama Ponte dell’Amicizia!
Noto per il fatto che consta di una sola campata in acciaio di, si scrive, 160 m e celebre per la ricchezza delle sue decorazioni e opere d’arte e talmente significativo che è stato dichiarato monumento nazionale. Un segno dunque, anche questo, tangibile e unico del rapporto secolare tra i due paesi tanto che un tentativo di sintesi dei personaggi russi in Francia è un’impresa di notevole impegno e ricerca, se solo si pensa a Kandinsky, Chagall, Strawinsky, Lenin, Mme Curie russa-polacca dai due premi Nobel, Soutine, Diaghilev, Anna Achmatova, Natalia Goncharova, i collezionisti Schukin e Morozov… che oggi grazie a Macron e alle ursule e ursuli europei, patologicamente asserviti agli Stati Uniti e alla NATO a danno dei fini istituzionali dell’Europa, si è trasformato in odio feroce, sulla testa dei popoli.
Anche l’Italia specie Roma, Merano, Firenze, Venezia, è stata richiamo sensibile della cultura russa: si rammentano in special modo le donne politiche tra le quali la mai abbastanza ricordata Anna Kulischioff, le scrittrici, le attrici, i famosi Balletti russi del 1917, un florilegio inimmaginabile di scrittori e musicisti, di artisti e ballerini e ballerine, basti pensare a Strawinsky e Diaghilev, che ora riposano l’uno affianco all’altro all’isola di San Marco a Venezia e, coincidenza, sia allora, come oggi, l’albergo pìù prestigioso della Capitale, in Via del Babuino, si chiama Hotel de Russie: eppure come Macron in Francia, anche in Italia abbiamo bombaroli e bombarole affetti da manifesti meccanismi patologici quindi aprioristici avverso la Russia al servizio degli interessi particolari di USA e NATO, contro l’Europa, a spese dei cittadini inerti e soldi pubblici tolti agli italiani a favore del protetto Zelensky, affinché possa continuare a distruggere l’Ucraina e gli ucraini.
Non si parla, perché orribile il solo immaginarlo, l’ipotesi sempre più possibile di droni e missili o bombe su San Pietro o Venezia o sul Campanile di Giotto o a Pisa o a Siena, grazie alla assoluta patologia delle ursule e ursuli italiani e europei!!!!! In realtà solo l’Italia ha da perdere, ancora!!! L’apocalisse delle bombe sulle città italiane dell’ultima guerra grazie ai protettori di allora, Inghilterra e Stati Uniti, i medesimi di oggi: i politici inconsapevoli e servi stanno facendo di tutto per ricreare la catastrofe di nuovo!
Pur appartata, perennemente schiacciata da governi autoritari, in condizioni sociali spesso terribili, specie la classe dei contadini la più numerosa e la più sfruttata, sempre fatta segno di ostilità e di inimicizia da parte degli stati europei, specie la Gran Bretagna che mal accettava, e accetta, quella presenza incombente troppo potente e pericolosa di fronte, pur di norma mai guerrafondaia o imperialista o colonizzatrice, sostanzialmente anche ideologicamente, pacifica e rispettosa: certamente quando necessario ha difeso i propri confini e territori: mai ha prevaricato o violentato a guisa degli USA e Inghilterra ecc. in Iraq, in Libia, a Belgrado, come oggi e in tanti altri luoghi.
Timori, inventati, degli Stati Uniti e anche dell’Europa non tanto per la sua grandezza e le sue ricchezze naturali e la potenza economica e industriale raggiunta quanto principalmente per le conseguenze traumatiche e rischio di contagio di certe idee e dottrine: la rivoluzione d’ottobre, il Comunismo e la rivoluzione permanente e l’apertura al mondo dei lavoratori! il terrore cioè dell’uguaglianza e della pari opportunità e addirittura della comunanza dei beni nazionali e ancora peggio, della istruzione, della sanità e assistenza per tutti allo stesso modo: questi i veri timori!! il terrore del contagio di tali principi destabilizzanti!! e quale alibi ufficiale dell’odio nascondono le vere intenzioni dietro la provocata e programmata aggressione alla Ucraina, vero e furbo modo per colpire, per procura!! la Russia, a spese dei servi europei che comprano le armi e il gas dagli USA quattro volte più caro! Oggi più che mai si ricordi quanto dichiaravano la Signora Thatcher e il presidente Reagan: “ tasse e sindacati mali assoluti”: questo il fondamento dell’odio dell’America e dell’Inghilterra & Co. che Biden è stato così intelligente e capace di trasmettere anche agli attuali servi e serve europee, che stanno appezzentendo la gente a favore di Zelensky. Al servizio del capitale e dell’autoritarismo.
Pur se in condizioni sociali terribili, pur se a costi altrettanto terribili di morti e di sangue e di terrore, nel corso della loro storia i russi hanno dato il massimo esempio di partecipazione non solo appoggiando e sostenendo uno stato all’avanguardia nella economia e socialità quanto realizzando quella utopia secolare di eguaglianza da molti propugnata ma mai conseguita.
Thomas Mann dei pochissimi che sulla propria pelle si scagliò contro il Nazismo, quanto qui mi preme richiamare alla memoria sono non solo le conseguenze annientatrici da lui illustrate di un conflitto nucleare in quegli anni, 1950, già paventato come ben si sa a seguito della cosiddetta guerra fredda avente per esclusivo obbiettivo la sempre più potente Russia sovietica, quanto le iniziative messe in pratica sia dagli Stati Uniti atterriti, come oggi, dal Comunismo, sia dai paesi satelliti europei, per alimentare tale conflitto, che ci ripiomba tale e quale nella situazione di oggi, con l’aggravante che il pericolo scampato circa settanta anni fa grazie alla comunque maggiore apertura mentale e maturità dei politici dell’epoca, oggi è tornato di acuta attualità a seguito degli attuali ursule e ursuli politici che quanto a maturità politica e saggezza umana sono a livello di sotto zero: “…il conflitto contro la Russia che tiene legati tra di loro i popoli coinvolti, vincolati all’odio e al timore, costringe anche le forze migliori ad esaurirsi al servizio dell’odio e del timore, tenendo tutto in sospeso, tutto indietro; impedisce ogni progresso, abbassa le capacità intellettuali della gente, nelle grandi nazioni cancella il senso del diritto e le priva della ragione, col risultato che a seguito delle loro manie e iniziative di rappresaglia e di persecuzione, realizzano risibili amenità e sciocchezze, ridicolizzandosi a vicenda”: è quanto sta avvenendo sotto gli occhi di tutti, solo che questi tutti come al solito non vedono e non percepiscono, aspettano che si accrescano i danni e la rovina che incombe, come al solito, solo su di loro, con soddisfazione delle ursule, degli ursuli, dei Macron, degli Scholz ecc.
© Michele Santulli
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