di Lana Lia
Si può  essere affidatari Senza ricorrere a tribunali e burocrazia?  Sabato 24 agosto, dalle ore 18.00, se ne parlerà presso il parco della Provianda, a Veronetta. L’Arena ci informa che sarà tutto svolto tramite divertimento, molto confronto e approfondimenti sul tema affido, anche in una forma “leggera” / semplice, senza  passare per tribunali e burocrazia.
Perché passare a questa idea, se il Movimento per l’Affido e l’Adozione Aps,operante da quasi mezzo secolo, in 49 anni ha permesso 300 affidi in collaborazione coi servizi sociali ed enti locali? La colpa va (come sempre) alla famiglia. «Negli ultimi anni,» spiega la vice presidente del Movimento, Francesca Magrella «per supportare situazioni complesse e rispondere ai nuovi bisogni dei giovani e alla configurazione delle famiglie, sempre più prive di una rete familiare di supporto, insieme all’affido classico stiamo sviluppando progetti di prevenzione».
A questo punto, è lecito chiedere che cosa siano questi affidi leggeri. Ecco la risposta di chi di dovere.
«Nell’est di Verona sono già stati sviluppati 30 affidi cosiddetti leggeri in cui alcune famiglie si mettono al fianco di altri nuclei in difficoltà, per supportare piccoli bisogni e necessità dei minori, specie migranti o di famiglie molto numerose o mononucleali, aiutando nella gestione dei compiti, per un pasto mentre il genitore lavora o nell’accompagnare ad allenamenti sportivi. Sono tutte azioni di prossimità e di solidarietà diffusa».
Questo, una volta, non sarebbe mai stato considerato affido, bensì, come detto da chi di competenza, “solidarietà” o “azioni di prossimità”.Era normale, dal dopoguerra agli anni sessanta, comportarsi in questo modo davanti a persone in difficoltà con figli o disabili a carico. In tempi leggermente meno recenti, quando la generazione dei nuovi adulti era quella dei nuovi giovani, si sarebbe trattato di una forma di assistenza o volontariato.
Adesso, per ragioni dovute alla situazione attuale e il mutare del pensiero comune, questi atti vengono chiamati affido. La regione Veneto, quindi finanzierà un nuovo progetto: “Affidiamoci in tandem, per un’ecologia delle relazioni”. Questo per  rafforzare la scelta dell’affido leggero in nuovi comuni quali Verona, San Martino, Buon Albergo, San Bonifacio e in Lessinia. Grazie alla collaborazione del Cinéma du Desert, dal 21 agosto, saranno proposte 4 serate volte alla convivialità e diffusione del progetto.
Inizio eventi alle18,00 con momenti musicali e culinari. Proiezione dei film alle 21,00. Cinéma du Desert proporrà un’esperienza completa e sostenibile, grazie ad un sistema di cinema mobile alimentato a energia solare.
Oggi, 21 agosto, è  proposta la visione del film “La quercia e i suoi abitanti” presso la piazza di Lughezzano a Bosco Chiesanuova.
Il 24 agosto, dopo la musica di Nardo e dal cibo etnico di Yalla Amigo, sarà proiettato il film “Babies”. L’evento sarà svolto presso il Parco della Provianda nel quartiere Veronetta. il 3 settembre, invece, verrà visto il film “La principessa e l’aquila” proposto sempre con un accompagnamento musicale.
Si tratterà di quello fornito da Amaranto/Montresor. Per partecipare a  quest’altro evento, bisognerà presentarsi al Parco Campagnol di Borgo della Vittoria a San Martino Buon Albergo. Il 4 settembre, infine, si guarderà il film “Il bambino che scoprì il mondo”, presentandosi esclusivamente in Piazza Costituzione nel Comune di San Bonifacio.Ma l’affido leggero era già conosciuto a partire dal 2020. Ecco che cosa ci veniva detto il 10 novembre 2020 da aibi.it.
«L’affido leggero si basa sulla disponibilità di entrambe le famiglie, si connota infatti come affido consensuale ed è fondamentale la vicinanza territoriale».
Inoltre, esisteva già “Legàmi per crescere”, sostenuto dal 2017 dalla Comunità Montana di Valle Trompia con l’Assemblea dei Sindaci e gestito da Civitas.
Circa questo progetto, veniva detto:
«Noi crediamo che le famiglie possono allearsi: quelle che necessitano di un aiuto e quelle che possono darlo. Specialmente se abitano vicino e se appartengono alla medesima comunità».
Ecco alcune testimonianze volte a dimostrare che “Legàmi per Crescere”, versione anticipata di affido leggero di cui sopra, funziona.
Una mamma che con la sua famiglia aderì al progetto scrisse:
«Rifletto sull’idea di comunità in cui ho sempre creduto: una rete di legami in cui nessuno può e deve essere lasciato solo, in cui l’agire di ognuno si riflette e contribuisce al benessere di tutti quanti. In cui se ho bisogno di te per andare a prendere mio figlio a scuola oggi, poi sarò io a farlo per te domani. Potrebbe sembrare una visione irraggiungibile e utopistica, ma Legàmi per Crescere ha dimostrato e sta dimostrando che, almeno in parte, questo sogno ad occhi aperti può diventare reale».Un’altra mamma, da due anni, ospitava un bambino nei week end e ne parlò così.
«Scorrendo le foto sul mio cellulare incappo in una in particolare.
Ci siamo io e M. che ridiamo, buffi e spensierati. Lui poi sembra il ritratto della gioia: bocca spalancata, testa all’indietro e occhi luminosi.
Ripenso ai momenti trascorsi insieme in questi due anni, ai pomeriggi al parco o in montagna, ai giorni difficili e a quelli che scorrono via così allegri e veloci che nemmeno te ne accorgi.

Penso alla prima volta che M. è entrato in casa nostra, io ero emozionata, ma avevo paura che non si trovasse bene, che non fossimo la famiglia adatta per lui. Lui però non ha battuto ciglio: è sgattaiolato nella nostra casa e nelle nostre vite indisturbato, con cautela e curiosità, coraggio e tenerezza. Quel giorno ero così concentrata su me stessa e sui possibili errori che avrei fatto, che non ho pensato a cosa volesse dire per lui mettere piede in una nuova casa, conoscere persone nuove con abitudini e modi di fare diversi dai suoi.
Penso alle persone che hanno letto o sentito parlare di Legami per crescere e un bel giorno si sono detti: “Perché no?”. Probabilmente anche loro, come me, avranno avuto il timore di non farcela, di non essere all’altezza, che il bambino non si trovasse bene o che preferisse stare altrove. Immagino che avranno trascorso momenti difficili e gestito situazioni complesse e nuove, ma che serberanno anche ricordi felici e trascorreranno altrettanti momenti di soddisfacente e gioiosa condivisione.

Penso anche alle famiglie di questi bambini che hanno accettato di fidarsi ed affidarsi alla comunità. La maggior parte dei bambini che partecipano al progetto Legami per Crescere infatti ha e vive con la sua famiglia, ma nel corso della vita può capitare che ci si trovi in un momento di difficoltà: chi fatica con la gestione dei figli, chi non riesce a conciliare famiglia e lavoro perché magari è tutto esclusivamente sulle sue spalle, chi non conosce l’italiano (figuriamoci aiutare i figli con i compiti!), chi, suo malgrado, non può essere fisicamente presente accanto ai suoi figli, chi ha i genitori lontani e i figli da crescere da solo. E chissà quante altre situazioni non riesco ad immaginarmi.
Il progetto “Legàmi per Crescere”, promuove, attiva e sostiene progetti di aiuto alle famiglie in difficoltà. Aiuta la costruzione di relazioni significative nel contesto nel quale la famiglia ed i bambini vivono».Si auspica, dunque, che il progetto di affido leggero, con o senza virgolette,  funzioni per aoutare  molti bambini e le loro famiglie.
C’è da chiedersi, però, se, da una parte, questa è una conquista a livello socio politico, dall’altra è una sconfitta dell’essere umano come tale? Davanti a certe situazioni, non si può restare indifferenti. Un aiuto da parte di famiglie, conoscenti, persone della parrocchia, genitori dei compagni di scuola e, chi più ne ha più ne metta, sarebbe giusto e apprezzabile anche senza bisogno di “legalizzarlo” chiamandolo affido leggero? Situazioni del genere si potrebbero risolvere tranquillamente grazie alla sensibilità di cui, secondo vari studi, gli esseri umani dovrebbero essere già dotati per natura, essendo dotati di capacità cognitive sviluppate e un’anima?
Lana Lia

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