Una soluzione innovativa che ridona dignità e stabilità a migliaia di famiglie italiane, offrendo un’alternativa concreta al dramma dei pignoramenti e delle aste immobiliari.

La cartolarizzazione sociale degli immobili rappresenta una soluzione concreta per le famiglie sovraindebitate, offrendo un’alternativa sostenibile che potrebbe evitare a molte persone di vivere in un limbo economico e abitativo. Questo approccio innovativo è stato sperimentato con successo e dimostra come possa ridare speranza a migliaia di famiglie che, pur essendo in difficoltà, meritano una seconda possibilità.

Dal 2008, la crisi economica ha colpito duramente molte famiglie italiane, portando alla perdita della loro abitazione principale. Tra il 2014 e il 2023, ben 570.000 prime case sono state messe all’asta, con 460.000 di queste vendute a prezzi notevolmente inferiori al loro valore di mercato – un fenomeno unico in Europa, spesso a vantaggio di società estere o soggetti connessi ad attività illecite.

Nonostante l’introduzione di nuove norme in materia di crisi d’impresa e sovraindebitamento, il sistema rimane complesso e lento, con oltre 85.000 prime case ancora all’asta nel 2023. Anche quando le famiglie riescono a migliorare la loro situazione economica, si trovano impossibilitate a riscattare la propria abitazione a causa delle segnalazioni come cattivi pagatori, che impediscono loro l’accesso ai mutui.

In questo contesto, la cartolarizzazione sociale degli immobili emerge come un’opzione rivoluzionaria. Introdotta nella legge 130/99 a partire dal 2019, consente a società di investimento trasparenti di acquistare i crediti legati agli immobili all’asta e di raggiungere accordi sostenibili con i proprietari. Questi accordi possono prevedere la cessione dell’immobile ai precedenti proprietari tramite affitto con riscatto, oppure la sospensione della procedura esecutiva per permettere un piano di pagamento dilazionato nel tempo. Successivamente, i debiti vengono cancellati, restituendo dignità e stabilità alle famiglie colpite dalla crisi.

Questo meccanismo si configura come un ammortizzatore sociale che unisce solidarietà e pragmatismo, rappresentando una valida alternativa al dramma dei pignoramenti. È una soluzione che sta attirando l’attenzione anche nel dibattito politico, con il sostegno di varie forze politiche.

Un esempio tangibile del successo di questo approccio è il progetto “100CASE”, attivo da due anni, che ha acquisito crediti deteriorati su 100 immobili residenziali in tutta Italia. I criteri per l’acquisto erano chiari: dovevano trattarsi di immobili in esecuzione immobiliare con proprietari che avevano difficoltà esclusivamente legate al mutuo e alle spese condominiali. Il progetto ha sospeso le aste e avviato trattative dirette con i proprietari, offrendo loro soluzioni concrete e personalizzate.

Uno dei successi più significativi è rappresentato da una famiglia di Bologna, che grazie alla cartolarizzazione sociale è riuscita a rimanere nella propria casa. Il loro debito, originariamente superiore a 220.000 euro, è stato ridotto di oltre la metà, e ora stanno pagando una sorta di “affitto a riscatto” per i prossimi sette anni. Questa soluzione ha permesso loro di liberarsi completamente dal debito, evitando la vendita all’asta che avrebbe probabilmente svenduto la casa a un valore inferiore e lasciato la famiglia con ulteriori debiti e senza una sistemazione.

Questo esperimento positivo dimostra che la cartolarizzazione sociale non solo è fattibile, ma è anche un modello replicabile a livello nazionale. Riequilibra i rapporti tra creditori e debitori, è etico e restituisce speranza a chi è stato finora emarginato. Ora, spetta alla politica riconoscere e sostenere questa innovazione, offrendo un contributo concreto alla soluzione di un problema sociale diffuso.

Luca De Gennaro

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