Scene da un matrimonio, celebrato da sua Eccellenza l’arcivescovo emerito Filippo Santoro, nella parrocchia Santuario della Chiesa del Santissimo Crocifisso di Taranto
Tiziana Grassi e Giovanni Battafarano sono due energie pure del panorama politico culturale della città di Taranto, già uniti dalla passione dello scrivere, lui, ex professore di Lettere, è stato Sindaco, parlamentare, senatore e viceministro, lei, tarantina passa 40 anni a Roma tra Teatro Nazionale gestito accanto al defunto marito Paolo Donat Cattin e con l’esperienza nel mondo del giornalismo di servizio con Rai Internazional che vive intensamente tanto da pubblicare, tra l’altro, il Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel mondo.
Il matrimonio di ieri, da cronista attento alle questioni sociali, mi fa ritornare in mente quello straordinario programma Rai pre-pandemico, “Non ho l’età”
“In Italia l’amore nella terza età rappresenta un fenomeno sociale nuovo” scrivono nel sito del programma Rai “inedito, straordinario e senza precedenti, che si va diffondendo da nord al sud, nelle grandi città e nei piccoli paesi, attraversando tutti i ceti sociali, con numeri in costante crescita. Di questi formidabili over ’60 che escono allo scoperto e delle loro vite, intrecciate con la storia d’Italia tra due guerre mondiali, la ricostruzione, il boom economico e la crisi del nuovo Millennio”.
Parlavamo dello scrivere, parlavamo di Taranto e nel ricevimento nel circolo ufficiali, altra icona centenaria del Borgo umbertino, troviamo frame del giornalismo locale, piccole immagini della città da una visuale originale, la terrazza del circolo della Marina dove il mare e il cielo sovrasta l’immondo vulnus di quella che sarà archeologia industriale prima o poi.
Parlavamo soprattutto di loro, gli sposi, amici, con i quali condividiamo spazi della mente e della coscienza civile, che fa delle città resilienti il fulcro del futuro.
Parlavamo dei libri, di quelli di Tiziana dedicati a Taranto e alle centinaia di costruttori di felicità, di quelli di Giovanni che parlano di una politica di servizio e non di potere, di una Taranto fatta di persone incontrate e da incontrare, di una città capitale, di un lavoro che non faccia della vita e della sicurezza merce di scambio, ma anche di cultura umanistica del fare, degli illuministi che con Verri E Beccaria volevano trasformare il mondo.
Ma parliamo del matrimonio, della festa, della gioia, sulle note della straordinaria pianista Ivana Muscoso e la sua band di free jazz e swing di Napoli che viene spesso a Taranto, per wedding e concerti, tasti e voci che ci accompagnano fino allo sfinimento.
Mentre tutti cercano refrigerio con ettolitri di acqua e gingerino spiando agni tanto se i 38 gradi sono scesi o meno.
Un matrimonio che ci portiamo negli occhi e nel cuore, di una serata tra amici, con gli auguri di una redazione il cui direttore Peragine ieri mi diceva: “Scrivi” dopo aver ricordato, nella chat della redazione, ai giovani iscritti, il suo impegno a far pubblicare il primo libro “ Dicono di Taranto” di Tiziana Grassi. Alla collega il nostro augurio per una vita serena e densa di mille cose accanto al suo Giovanni.
Scrivo mentre la giornata si riveste e, ascoltando i video, ancora risuona la tastiera di Ivana, accanto alla sveglia delle 6,00 e prima che i pensieri caschino a terra, per un improvviso colpo di sonno del cronista notturno, ancora auguri Tiziana e Giovanni, uniti nella fede e nella speranza per loro e per tutti.
Il loro è un matrimonio che assume valenza più pubblica che privata, per il loro ruolo sociale, per quello che hanno rappresentato e continueranno a rappresentare. E ho detto tutto, o quasi… ancora auguri!