Non crei inquietudini il tema di oggi, non si presta certamente ai bambini, a loro ci penseremo con l’autore di domani, ma Allan Kardec (1801-1869) fu un francese molto eclettico, colto, famoso perché fondatore e codificatore dello spiritismo.

Il termine codificatore è indicativo della sua capacità di parlare con gli spiriti codificandone le risposte.

Seguace di Pestalozzi, curava il principio dell’educazione come evoluzione dell’uomo. Fu professore di fisiologia, astronomia, fisica e chimica al liceo e pubblicò libri di grammatica, aritmetica.

Dicevamo, Kardec, il cui vero nome è un guazzabuglio di nomi: Hippolyte Léon Denizard Rivail, divenne noto per la sua passione verso quel mondo dello spirito, cui dedicò gli ultimi anni della sua vita.

Il suo scopo fu quello di elaborare un sistema di pensiero in cui le manifestazioni spirituali aiutassero la trasformazione sociale e morale dell’umanità.

Il libro che presentiamo oggi Il libro degli spiriti (Le Livre des Esprits) è il primo libro sullo spiritismo.

L’opera è ritenuta il testo-chiave della corrente filosofica e spirituale sistematizzata da Kardec sui fenomeni medianici.

Si struttura in 1.019 domande e risposte, come una trascrizione di dialoghi stabiliti tra Kardec e svariati spiriti.

Ma è l’insieme della postulazioni che interessano,

Osservate come come affronta e risolve il tema del nichilismo imperante nel mondo contemporaneo: “Se non crede in nulla, l’uomo concentra per forza di cose i propri pensieri sulla vita presente: infatti, non potrebbe preoccuparsi logicamente di un avvenire che non lo attende.

Questa preoccupazione esclusiva per il presente,è naturale, spinge a pensare soltanto a se stessi, è quindi lo stimolo più poderoso dell’egoismo, e l’incredulo è coerente con se stesso quando arriva a questa conclusione:

«Godiamo finché siamo, godiamo il più possibile, perché dopo di noi tutto è finito; godiamo in fretta, perché non sappiamo quanto durerà»; e a quest’altra conclusione, assai più grave per la società: «Godiamo disinteressandoci di tutto: ognuno per sé; quaggiù la felicità è del più abile».

Se il rispetto umano trattiene ben pochi individui, quale freno potranno avere coloro che non temono nulla?

Dicono a se stessi che le leggi umane colpiscono soltanto i maldestri, e per questo impegnano la loro intelligenza allo scopo di sfuggirle. Se vi è una dottrina malsana e antisociale, è proprio quella del nichilismo, poiché spezza gli autentici legami della solidarietà e della fraternità che sono i fondamenti dei rapporti sociali”

Ma non è soltanto il nichilismo una deviazione del pensiero, ci sono coloro si difendeno dall’accusa di essere materialisti, perché sospendono il giudizio sulla divinità, e credono nell’assorbimento nel Tutto Universale. Secondo tale dottrina, ogni individuo, alla nascita, assimila una particella di questo principio, che costituisce la sua anima, e che gli dona la vita, l’intelligenza e il sentimento.

Al momento della morte, l’anima ritorna al focolare comune, e si perde nell’infinito come una goccia d’acqua che si perde nell’oceano.

Si domanda Kardec:” se tutte le gocce d’acqua attinte dall’oceano si assomigliano e hanno proprietà identiche, quali parti di un tutto unico: perché le anime, se sono attinte dal grande oceano dell’intelligenza universale, si assomigliano così poco?

Perché c’è il genio accanto alla stupidità? Le virtù più sublimi a fianco dei vizi più ignobili? La bontà, la dolcezza, la mansuetudine, accanto alla cattiveria, alla crudeltà, alla barbarie?”

Poi c’è il Panteismo che ritiene che il principio universale di vita ed intelligenza sia la Divinità. Dio è nello stesso tempo spirito e materia: tutti gli esseri, tutti i corpi esistenti in natura compongono la Divinità, della quale sono le molecole e gli elementi costitutivi;

Dio è l’insieme di tutte le intelligenze riunite; ogni individuo, essendo parte del tutto, è Dio egli stesso; non vi è un essere superiore e indipendente che comanda questo complesso; l’universo è un’immensa repubblica senza capo, o meglio, nella quale ciascuno è capo con poteri assoluti”

Secondo tale teoria, afferma Kardec: “se la Divinità non può essere concepita senza l’infinita perfezione, come può un tutto perfetto essere formato da parti così imperfette che hanno bisogno di progredire?”

In sostanza, lo noterete, l’approccio è reso in modo razionale e scientifico, per questo ha avuto successo.

Il suo modo di pensare porta sempre ad una considerazione: ” Una teoria può essere accettata per vera soltanto se soddisfa la ragione e se spiega tutti i fatti che abbraccia: se vi è un solo fatto che la smentisce, allora non è la verità assoluta”.

Perché gli spiritisti non temono la morte? Si domanda Kardec, ” La dottrina spiritista cambia completamente il modo di vedere l’avvenire. La vita futura non è più un’ipotesi, ma una realtà; lo stato delle anime dopo la morte non è più un sistema, è il risultato di un’osservazione.

Il velo è tolto: il mondo spirituale ci appare in tutta la sua realtà pratica: non sono gli uomini che lo hanno scoperto attraverso una concezione ingegnosa, sono gli stessi abitanti di quel mondo che vengono a descriverci la loro situazione”.

Non vi posso sintetizzare 700 pagine in due volumi da leggere. Volevo solo darvi un cenno su questo personaggio straordinario e anche del suo modo di scrivere semplice e accattivante.

Nel 2019 è stato realizzato un film su Kardec che si può vedere su Netflix

 

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