La lirica e L’associazione “Amici della Musica dell’Aquila”

Nota stampa a cura di Francesca Bocchi

Nel 2023 l’UNESCO ha dichiarato il canto lirico italiano come patrimonio dell’umanità. Tale sfarzoso risultato è giunto a conclusione di un percorso iniziato nel 2011 ed ha costituito un punto d’arrivo fondamentale per l’opera lirica, espressione della cultura occidentale ma soprattutto tipicità tutta italiana.

Benchè nel tempo l’approccio al teatro ed alle opere sia cambiato, il risultato raggiunto indica che non è cambiato il piacere di assistere a rappresentazioni di opere sempreverdi che hanno segnato profondamente la cultura musicale italiana e mondiale.

Da tale melomania, passione profonda ed intensa, nasce all’Aquila nel 2015 l’associazione “Amici della musica dell’Aquila” (laquilaamicidellamusica@gmail.com).

I Fondatori sono persone accomunate dal piacere dell’ascolto di musica classica e lirica non come monadi chiuse nel proprio mondo ma aperte alla condivisione.

Le finalità e gli scopi dell’Associazione, declinati all’art. 3 dello Statuto, sono orientati a divulgare, incrementare e consolidare la cultura musicale nelle sue varie forme espressive ed in particolare la musica lirica e vocale sollecitandone l’ascolto e l’approfondimento attraverso attività illustrative, didattiche e concertistiche.

Il concetto di divulgazione è il primo scopo associativo, quello cioè di agevolare la conoscenza della musica, quella lirica in particolare, nella consapevolezza che spesso tale tipo di musica è intesa come forma elitaria, non accessibile ai più.

Oltre a divulgare, l’Associazione intende contribuire ad incrementare il numero di persone che si avvicinano all’opera e, dall’altro canto, rafforzare il numero e la partecipazione di quanti già l’apprezzano ma non la frequentano.

Grazie all’operosità dei volontari, numerosi sono stati i viaggi musicali organizzati dal 2015 ad oggi, viaggi che hanno consentito di combinare vari aspetti culturali oltre al piacere di assistere alla rappresentazione teatrale in sè.

Nell’entrare in un teatro fra i più famosi al mondo (il San Carlo, La Scala, la Fenice, per citarne solo alcuni) lo spettatore vive un’esperienza unica ed appagante, avvolto da un’atmosfera antica ma sempre nuova. Il viaggio musicale merita già solo per questo. Ascoltare un’opera, qualsiasi, anche minore, in un contesto simile è un unicum, da provare almeno una volta nella vita.

In una realtà sempre più “artificiale”, l’Associazione si adopera per tenere vivo il senso di comunanza e partecipazione oltre alla passione del bello che, in questo caso, passa attraverso la musica.

Importante è l’attività di avvicinamento alle opere: in occasione di ciascun viaggio musicale soci e partecipanti vengono coinvolti in una sessione informativo-formativa nella quale, per il tramite di esperti musicologi, l’opera alla quale si assisterà viene presentata e spiegata.

L’avvicinamento all’opera, in questo modo, è divertente, lo spettatore diventa fruitore consapevole, dotato degli strumenti conoscitivi adatti ad apprezzare al meglio le varie sfumature di musica, recitativi ed arie.

D’altronde, il teatro all’italiana si sviluppava intorno ad un’idea di collettività, di socialità che derivava non solo dalle antiche grandi città ma anche dai “borghi” di leopardiana memoria.

Esso era il luogo in cui ogni partecipante svolgeva un preciso ruolo all’interno dello spazio semichiuso del palchetto.

Di questo ambiente ottocentesco ci è stata data dal cinema italiano una plastica rappresentazione di angusti mondi molto riservati, praticamente privati.

La musica operistica favoriva questo lavorio interno al pubblico, risalendo
dal palcoscenico e dall’orchestra, con un flusso discontinuo che produceva deconcentrazioni e mutamenti di tensione. Insomma, l’opera lirica come spettacolo propriamente mediterraneo, ricco di fortissime tensioni e di azioni il cui culmine passionale coincideva con i momenti musicali cruciali, le “arie” più celebri, le “romanze”.

©  immagine rdg su traccia Foto di KEVIN PALMER da Pixabay

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