IL mio sforzo a vedere una realtà amministrativa e politica, oggettivamente positiva si scontra con dati e notizie classificabili come pessimi.
Sono 65 le procedure di infrazione, a carico dell’Italia.
Ottavi nella classifica degli Stati UE, che non si adattano al diritto europeo. Fanno peggio di noi la Polonia e la Spagna.
Se consideriamo anche i contenziosi davanti alla Corte di Giustizia UE, allora diventiamo secondi. Da gennaio, a od oggi sono state aperte altre 12 procedure di infrazione.
L’ultima procedura riguarda il deficit annuo, Deve essere inferiore al 3% del PIL, e invece il nostro deficit nel 2023 è stato del 7,4%.
Abbiamo sborsato per sanzioni irrogate, per procedura di infrazioni non adeguate al diritto comunitario ben 829 milioni di euro, tra il 2012 e il 2022. Le procedure di infrazione a nostro carico, per tematiche ambientali e climatiche sono 21.
La procedura di infrazione per deficit eccessivo lascia un po’ perplessi sull’operato del ministro Giorgetti.
Non si comprende perché l’Italia attraverso il suo ministro delle finanza non abbia chiesto di scomputare dal deficit le spese, per gli armamenti e il rinnovamento green delle abitazioni.
Procedura che imporrà, a dover fare manovre di rientro dal deficit di undici miliardi annui per i prossimi 7 anni.
Infine è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DL Calderoli sul regionalismo differenziato.
Semplificando è la possibilità, per le regioni che lo richiedono di gestire fino a un massimo di 23 materie, in maggiore autonomia dal governo centrale.
Su tre di queste 23, solo lo Stato oggi ha il potere di fare leggi mentre sulle restanti 20 possono legiferare sia lo Stato, che le regioni.
Materie come la sicurezza sul lavoro, le reti di trasporto, la tutela della salute, i rapporti internazionali, la ricerca scientifica e tecnologica, l’innovazione per i settori produttivi, il commercio internazionale.
Inoltre come osservato da qualche politico l’autonomia nel commercio internazionale di alcune regioni comporta pesanti conseguenze, per gli agricoltori delle altre regioni che esportano i propri prodotti.
A noi il dibattito sull’autonomia ci sembra fuori dal tempo, se solo si considera che tra un decennio la competizione sarà tra gli USA, Cina e India.
Una globalizzazione infine finita solo si pensa ai dazi deliberati questa settimana tra blocchi contrapposti.
Dopo la pubblicazione in G.U, le regioni possono chiedere allo Stato di gestire le materie non oggetto di LEP, che sono una decina.
Da oggi il Veneto può chiedere allo Stato di gestire 9 materie.
Non sarà immediata la firma, ma alla fine dei seguenti passaggi diventerà legittima la gestione di queste materie. La procedura prevede prima della firma finale: parere della Conferenza Unificata Regioni, Città metropolitane, il parere delle Commissioni parlamentari. Dopo questo percorso lo schema di Intesa sarà votato dal Parlamento a maggioranza assoluta e la procedura conclusa.