La sconfitta dell’Italia contro la Svizzera nel campionato europeo è stata una vera e propria debacle, un esempio di quanto possa essere doloroso vedere una nazionale senza cuore e senza grinta. Oggi ci siamo trovati di fronte al “nulla”, come il vuoto oscuro che permea il film “La Storia Infinita”. Un’agonia senza fine, senza tiri in porta, senza dribbling, senza un minimo di impegno visibile da parte dei giocatori, senza un lancio lungo. Meno male che sono stati concessi solo due minuti di recupero nel secondo tempo, evitandoci ulteriori sofferenze ed agonia.
La Svizzera, pur essendo una squadra solida ma non imbattibile, è riuscita a dominare fisicamente e tecnicamente una squadra italiana che sembrava più interessata a evitare l’impegno che a lottare per la vittoria. Il nostro girone di qualificazione è stato un mezzo disastro incombente, con una qualificazione ottenuta quasi per caso e oggi abbiamo pagato le conseguenze di una preparazione e di una mentalità tutt’altro che vincente. In fondo la nazionale ha battuto l’Albania, mica l’Argentina o la Germania, he perduto malamente contro la Spagna dei sedicenni e ha pareggiato al 99′ contro la Croazia. Cosa si pretendeva di più?
Che ci si può aspettare da una nazionale che schiera attaccanti come Scamacca, Retegui e El Shaarawy, con un curriculum di gol che non tiene il passo con le ambizioni internazionali? Di Lorenzo e Mancini, costantemente sopraffatti in ogni contrasto, sono stati solo l’emblema di una difesa permeabile e indifesa. E di Fagioli che scommetteva sulle partite reintegrato in rosa, forse perchè il più fresco di tutti, ne vogliamo parlare?
Le scuse solite non reggono più: poco tempo per Spalletti nel trovare la proverbiale quadra, troppi stranieri, la mancanza di coraggio nel far emergere giovani talenti come fanno altre nazioni come la Spagna. I vivai italiani sono ignorati a vantaggio di nomi più “consolidati” fatti arrivare in Italia a furia di decine di milioni, ma questa Italia è il peggio che abbiamo visto in anni di delusioni calcistiche. Non riesco a ricordare una nazionale italiana così scialba nemmeno nelle nostre stagioni più deludenti uscite al primo turno delle competizioni internazionali.
Zero tiri in porta, o meglio, zero tiri con un minimo di convinzione e impegno. È sembrato che questi giocatori multimilionari non vedessero l’ora di finire il match per andare in vacanza, disinteressati al concetto stesso di rappresentare il proprio paese. Perchè questa è l’idea che hanno dato. È una vergogna.
Oggi l’Italia ha toccato il fondo, un abisso di mediocrità e disinteresse che dovrebbe farci riflettere seriamente su cosa significhi davvero rappresentare i colori nazionali. Perchè perdere ci sta, uscire da una competizione pure, ma lo si fa giocando, battagliando, vendendo cara la pelle, non in questo modo. Non basta indossare la maglia azzurra; serve passione, dedizione e orgoglio. Speriamo che questa partita serva da lezione per il futuro, perché un’altra prestazione del genere sarebbe semplicemente imperdonabile.
Massimo Longo

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