Dal 1867 al 1936 ci sono 69 anni di vita e per un insonne, fin da bambino, possono valere molto di più se poi sono tradotti in un opera universale
Se copiate il profilo di Wikipedia su un foglio word avrete 27 pagine di storia, biografia, elenchi di opere, ecc. del premio nobel per la letteratura del 1934, riconoscimento ottenuto due anni prima che ci lasciasse. Un gigante.
Luigi Pirandello, un siciliano, nato a Caos (soleva dire appunto che era figlio del caos) e vissuto a Roma, porta sempre la Sicilia nel cuore, come tutti i siciliani, ma trova anche amici. Luigi Capuana lo aiutò molto a farsi strada nel mondo letterario e gli aprì le porte dei salotti intellettuali dove ebbe modo di conoscere giornalisti, scrittori, artisti e critici.
E’ sempre così, i geni per non essere davvero incompresi, spesso devono trovare fuori dalla propria famiglia la comprensione adeguata.
Dal “fu Mattia Pascal”, il suo primo romanzo-successo, scritto nel 1904, è un percorso in continua ascesa che culmina nel 1922 nel teatro, mentre la sua attenzione ai temi patriottici del risorgimento, dai garibaldini fino agli ideali dei patrioti, lo fece aderire nel 1924 al partito fascista, ma non fece in tempo a vedere cosa sarebbe diventato quel regime dopo il 1936.
Chi lo critica per questo, al di là delle cose dette, non tiene conto che il fascismo della prima fase era un fenomeno realmente di massa, come scriveva Palmiro Togliatti nelle ‘Lezioni sul fascismo’.
Del resto, soprattutto e anche per le sue stesse opere, anche Pirandello finì tra i ‘controllati speciali’ dell’OVRA, la polizia segreta dell’Italia fascista.
Del teatro, che diventò la sua più grande passione, ricordiamo: “Sei personaggi in cerca d’autore”, del 1901 che gli diede fama internazionale, “Pensaci Giacomino”, “La Giara” e “Liolà” del 1916; “Cosi è (se vi pare)”, “Il berretto a sonagli” e “Il piacere dell’onestà” del 1917; “Il gioco delle parti” del 1918; “Enrico IV” del 1922; “L’uomo dal fiore in bocca” del 1923; “Questa sera si recita a soggetto” del 1930.
Ed ho fatto solo una scelta molto parziale legata soprattutto a conoscenze personali.
In questa composizione, a lato, Enrico Maria Salerno nella commedia “sei personaggi in cerca d’autore£ ed una originale immagine di Pirandello giovane
Pirandello attrae per la sua capacità di descrivere situazioni complesse con tratti leggeri e spesso sobri, come nelle sue novelle.
Ne scriveva tante, pensò anche di scriverne per un anno intero.
Difatti dopo aver pubblicato, nel corso degli anni, sul Corriere della Sera, numerose novelle, Luigi Pirandello nel 1922 raccolse tutti i suoi racconti in una serie di volumi (24 in tutto) contenenti circa 15 novelle ciascuno, per un totale di 365 novelle. Il titolo “Novelle per un anno” voleva così indicare la possibilità, per il lettore, di leggere una novella al giorno e di comprendere, così, l’assurdità dell’esistenza.
Nel libro di oggi “una giornata”, pubblicato postumo, ci troviamo le 15 novelle, però stavolta raccolte tra tutte quelle scritte nel corso degli anni, una sorta di raccolta degli stili diversi, se fossero petali di fiori potremmi dire un pot-pourri del sommo scrittore. Scrive Melania Mazzucco, nella introduzione del libro pubblicato qualche anno fa da Repubblica: ” ..l’umorismo impassibile del narratore e insieme la sua infinità pietà, il linguaggio espressionista e il demone metafisico,l’ossessione del doppio e della follia, il gusto del paradosso, l’onomastica aggressiva, i personaggi brutti, petulanti, emarginati, sradicati o stranieri..
In rete trovo l’ultimo racconto che si titola proprio “una giornata”