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In questo paese ci si occupa abbastanza di montagna, ma si potrebbe occuparsene di più e soprattutto fare in modo di suscitare nelle persone un forte interesse, soprattutto nei giovani.

Nelle scuole è poco utilizzata per esempio, nonostante il valore intrinseco di questo tipo di attività e delle sue varie applicazioni a livello sia fisico che cognitivo. Da non dimenticare anche gli aspetti relativi alle disabilità,  che potrebbero trarne vantaggio. Nelle gite scolastiche in genere si preferiscono itinerari più turistici che non comportino impegno fisico come visite a città d’arte, mostre, o comunque itinerari che non prevedano escursioni. Sarebbe invece utile anche unire alle gite in montagna lezioni di scienze (riconoscimento piante, avvistamento animali, mineralogìa), di storia, di opere letterarie inerenti, di geografia ecc…in un’ottica multidisciplinare.

Esistono varie organizzazioni che possono essere contattate, come il C.A.I. (Club Alpino Italiano) o i boy-scout per esempio. E non mancano realtà basate unicamente sul volontariato, come per esempio il Gruppo Sportivo Gualdo in prossimità di Firenze. Il Rifugio Gualdo si trova nelle vicinanze della città alle falde di una montagna di quasi mille metri (Monte Morello) e ha sempre ospitato le attività del gruppo, composto  principalmente di giovani.

A questa realtà del territorio va il merito di avere avuto per molti decenni la funzione di far scoprire la montagna anche in quota in tante parti del mondo, accompagnando via via centinaia di ragazzi talvolta anche disabili,  quando ancora nessuno parlava di attività sportive per il recupero delle disabilità.

C’è una lunga storia dietro. Di recente è stato festeggiato il 60° Anniversario del Gruppo, nato appunto nel ’64 grazie al fondatore Fosco Masini, un notevole alpinista ora novantenne che avrebbe potuto benissimo divenire famoso ma ha preferito aiutare gli altri ad affrontare la montagna, invece di scalare da solo le vette per diventare una celebrità.

In tal modo moltissimi giovani hanno potuto fruire della straordinaria guida di Fosco come mèntore, un grande maestro conoscitore della montagna, sua grande passione.

Il suo rimpianto adesso è quello di dover constatare che purtroppo i giovani non frequentano più la montagna come prima: magari praticano altri sport, ma non si fa abbastanza per suscitare in loro la curiosità e il desiderio di conoscere il mondo affascinante delle vette e l’emozione legata alle escursioni, al trekking, alle scalate, allo sci.

Comunque questo non deve scoraggiarci, ma anzi spingerci a stimolare le istituzioni affinché si faccia più attenzione alla salute psicofisica della gioventù e si provveda maggiormente alle loro necessità, considerando che se i cittadini di domani saranno sensibilizzati verso queste attività a loro volta faranno lo stesso con i loro figli in un circolo virtuoso di grande valore.

ph  https://qui.uniud.it/studio-e-lavoro

SandraFallaci©

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