Oggi le neoelette consigliere regionali Ravinale, Cera e Marro, il deputato Marco Grimaldi e la consigliera Diena e il consigliere Busconi della Città di Torino sono entrati al CPR di corso Brunelleschi per l’ennesimo sopralluogo al centro, attualmente chiuso per lavori.
Le ristrutturazioni vanno avanti con il chiaro intento di voler accelerare la riapertura. Nella mancanza totale di comunicazioni pubbliche trasparenti sulla spese e sulle tempistiche dei lavori, il cartello di cantiere esposto davanti all’Area Gialla, una delle sei aree presenti e in ristrutturazione, riportava un importo dei lavori per circa 100.000 euro. Stucchi, vernice, impianti elettrici sembrano essere l’unico vero oggetto della ristrutturazione. Uniti al cambiamento dei colori delle pareti delle aree comuni e agli infissi nuovi, che attualmente sono del tutto trasparenti. Auspichiamo che i desideri di controllo non si spingano a immaginare dei luoghi in cui la luce così come gli sguardi entrino nelle stanze ad ogni ora del giorno e della notte.
Siamo esterrefatte ed esterrefatti che si pensi di far trascorrere alle persone, a fronte della sola mancanza di permesso di soggiorno, in questo luogo 18 mesi della loro vita, come voluto dal Governo Meloni: questa struttuta ha già mostrato tutta la sua disumanità per la detenzione di 90 giorni.
I Cpr sono luoghi mostruosi, ancora di più perché inutili, e in quanto tali vanno chiusi. Continueremo a dirlo in tutte le istituzioni in cui siamo presenti.
Il Cpr di Torino non va riaperto, ma smantellato e quello spazio va restituito alla città. Lo diciamo da anni e lo ha detto ufficialmente anche il Comune di Torino.
Non ci è stato possibile fotografare quanto vi stiamo raccontando, ma riteniamo necessario che i media entrino quanto prima e rendano pubblico l’orrore di questo luogo, delle sue gabbie e delle sue celle.
Invitiamo le istituzioni del nostro Paese, dal Parlamento alle istituzioni locali, dalle Asl alla Procura della Repubblica, ad unirsi agli sforzi dei Garanti delle persone private della libertà personale e delle associazioni per verificare con i loro occhi che la presenza di persone in questi luoghi non è compatibile con la costituzione e con lo stato di diritto.
ph Città di Torino