<a href="https://www.corrierenazionale.net/" target="_blank" rel="noopener">Il Corriere Nazionale</a>

Lana Lia

Ogni giorno, nei telegiornali, sui social ecc, troviamo il fragore delle armi e della guerra. Desideriamo la pace, ma come ottenerla o trovarla, se continuiamo a sentire soffocanti  notizie di guerra? Ci si spaventa, ma ci si abitua –  diventando apatici – e ci si illude che la pace non ci possa essere.  Questo perché vediamo informazioni che trasmettono principalmente la sete di potere.

Tuttavia, cercando con fatica, si possono trovare ‘sorsi’ di pace, piccoli respiri di speranza che ci fanno chiedere: “Come possiamo raggiunger la pace?”  Innanzi tutto, seppur sia difficile, bisogna non assuefarci alla guerra, coltivando un forte desiderio di pace. Può capitare, chiudendogli occhi ascoltando un audiolibro, immedesimandoci in un film storico, che capiamo quanto sia brutta e dura la guerra. A me è successo. Le immagini, soprattutto quelle sparate ora per ora dall’ ‘informazione’, ti riempiono la testa e diventano, a volte, più irreali di quelle rappresentate nelle opere. Vedevo malcontento sui social: “Sempre le stesse immagini in continuazione, basta. Date fastidio”. Questa continua ripetizione rischia di generare l’effetto opposto a quello desiderato.

Questo perché, grazie ai social, parlano tutti. Allora affidiamoci ai racconti storici, alle testimonianze di chi ci parla di esperienze dirette. Se le immagini le creiamo noi, sarà più difficile dimenticarle. Ci sono casi in cui la mente, lo dico come diplomata in coaching, assorbe il negativo e lo ricorda, ma si abitua. Siamo circondati da talmente tante cose negative che, ormai,  ci sembrano quasi normali. Quando parliamo, a volte, capita che si dica “Sempre le solite notizie” e, poi, giù con l’elenco di ciò- ovviamente negativo-  delle news.  Qualcosa che, invece, tratta dello stesso argomento, ma in modo diverso, può darci la ‘la scossa’. Le nostre immagini mentali sono molto potenti. Non siamo abituati ad immaginare, a vedere con i nostri occhi.

Vediamo con quelli degli altri e solo ciò che loro vogliono che noi guardiamo.  Se, nel nostro caso, ci troviamo davanti alla nostra idea di guerra, in un modo improvviso e profondo, saremo scossi. Da esperta di coaching, però, so che per arrivare al fondo delle cose, bisogna essere rilassati e lavorare su se stessi.  Che ha a che fare questo con la pace? Si è davvero rilassati quando si è in pace con se stessi.  Essere  in armonia con il proprio sé è importante perché, se non stiamo bene noi non possiamo aiutare gli altri. Se noi abbiamo una rivolta nel cuore, non possiamo sanare quelle degli altri e nemmeno quelle mondiali.  Una volta che ci accettiamo, coi nostri pregi e difetti, possiamo fare un passo avanti. Accettarci, però, non significa non migliorarsi. E’ importante farlo, ma per stare in pace, bisogna prima cercare un punto di incontro tra ciò che siamo e quello che vorremmo essere.

Ancora più importante, capire che noi siamo così e non come vuole il mondo e, in certi casi, è un bene.  Fatto questo, si può cercare di far pace con chi ci ha fatto del male. Non è facile perdonare, superare il rancore e l’odio, ma si può fare. Con calma, incominciando da ciò che ci viene più semplice  risolvere,  fino alla cosa più difficile. Quando stiamo bene con noi stessi e con gli altri siamo in pace. Attenzione, però, alle relazioni tossiche, quelle che portano a sfruttamento e liti. Quelle vanno tagliate o,, almeno, modificate evitando di toccare  il tale argomento. Deve esserci un accordo tra entrambe le parti, però.    Detto questo, bisogna rispettare anche ciò che ci circonda, il mondo. Non solo a livello di educazione civica, ma anche perché il mondo è nostro, ci viviamo e ci tratta a seconda di come noi lo rispettiamo. Le catastrofi naturali, a volte, sono causate da un nostro cattivo rapporto con il mondo. Ad esempio l’inquinamento e le sue conseguenze sull’ambiente sono dovuti dal nostro comportamento. Non incolpiamo, quindi, la natura e impegnamoci per proteggere quanto di buono ci resta.

Qui, per chi crede, c’è un passo in più: far pace con Dio. Molti, dopo varie calamità naturali, incolpano Dio dicendo che le ha causate lui. Si fermano lì e non vanno avanti. E’ bello, invece, pensare a riappacificarci con Dio. Dio è bene e non manda il male. Certo, a volte, è davvero difficile crederci, ma è bello non pretendere da Dio. Cerchiamo di capire cosa vuole da noi. Chiediamo aiuto a Dio senza rabbia nei suoi confronti.

Dopo questo duro lavoro interiore, possiamo pensare alla pace nel mondo.

Non fermiamoci alle brutte notizie in TV o sui social, cerchiamo, invece, notizie di pace, es. gruppi di persone che aiutano sul posto e qui. Diventiamo noi parte di gruppi di accoglienza, raccolta alimentare o di abiti… Ci sono molti modi per diffondere la pace.  C’è chi canta e dedica brani all’argomento, donando il ricavato delle visualizzazioni del video o dei singoli venduti.  Ci sono molti modi per fare la pace restando semplici civili. Possiamo parlarne sui social, diventando noi creatori di contenuti di pace.

Un passo dopo l’altro,  potremo essere visualizzarti, commentati, condivisi, citati in altri post e video, fino a riempire  la rete di pace. Se si martella su un concetto positivo, prima o poi, la mente delle persone lo accoglie.  Sembra un concetto semplice, ma è proprio dalle cose semplici che bisogna partire.

Lana Lia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.