L’età biologica oggi si può misurare con un test di analisi genetica dei telomeri
Avete mai provato a incontrare colleghi o compagni di scuola dopo tanto tempo e pensare a come portano bene gli anni, o al contrario di come sembrano più anziani della loro età cronologica, che poi è più o meno la nostra? Noi pur vedendoci ogni giorno allo specchio non ci percepiamo cambiati e diamo più peso al tempo che passa che non alla nostra immagine alla quale siamo sostanzialmente abituati. Quando arriva l’età matura, festeggiamo compleanni con crescente preoccupazione e senza la consapevolezza del fatto che il tempo è solo un compagno della nostra esistenza e che l’invecchiamento non è un destino. La nostra età anagrafica non corrisponde a quella biologica: la prima ci dice quanti anni sono passati da quando siamo usciti dal ventre delle nostre madri, mentre la seconda indica quale è lo stato di salute del nostro corpo. Oggi si possono cogliere segnali anche deboli di quale “Direzione di Longevità” stiamo prendendo, con valutazioni cliniche e di laboratorio, su infiammazione sistemica, eccesso individuale di zuccheri oppure alimentazione sbilanciata e ripetitiva, accompagnata da stress e errato stile di vita.
L’età biologica oggi si può misurare con un test di analisi genetica e di valutazione infiammatoria come la misurazione della lunghezza media dei telomeri nelle cellule del sistema immunitario. I telomeri sono la parte terminale di ogni singolo cromosoma che ne protegge le estremità dall’accorciamento determinato dal tempo, dall’invecchiamento e dagli effetti dello stress ossidativo. Misurarne le dimensioni con tecnologie sofisticate, consente una valutazione attendibile dell’età biologica. La lunghezza dei telomeri non indica da sola uno stato patologico ma è un valido strumento di sostegno nell’interpretazione del proprio quadro clinico per suggerire le più opportune modifiche nutrizionali e di stile di vita. Da tempo si discute sul ruolo dei telomeri nel determinare la durata di vita di ciascuna cellula. Ai telomeri ci si riferisce spesso come a una sorta di orologio molecolare che determina quanto vivrà una cellula e per estensione quanto vivrà l’uomo, che è fatto di cellule. Ogni volta che una cellula si duplica, infatti, i suoi telomeri si accorciano, e quando si studiano le cellule in laboratorio, la lunghezza dei telomeri è predittiva della durata di vita di quella cellula: telomeri corti, vita breve. Inoltre è stato osservato che i giovani hanno telomeri più lunghi rispetto agli anziani, ed è noto che telomeri corti sono associati a invecchiamento precoce e a una serie di malattie. L’esame del DNA è un aiuto, non solo di genetica ma anche epigenetica. La genetica ci dice chi siamo e non possiamo cambiare, l’epigenetica ci dice come i pezzi di DNA alterati possono essere riparati con enzimi adatti. In ogni caso il DNA impatta tra il 25/30 per cento sullo sviluppo delle patologie, il resto è stile di vita, da come mangiamo quanta attività fisica facciamo, come dormiamo, dove viviamo, quanto stress affrontiamo ecc..
Numerosi scienziati affrontano oggi i temi della longevità e sul come abbassare l’età biologica, da chi studia gli animali più longevi per catturarne i segreti a chi pensa che se vogliamo arrivare a cent’anni dobbiamo praticare periodi controllati di digiuno. Non mancano farmacologi che ritengono che esistano già farmaci antidiabetici di lunga vita, come la metformina o l’acarbose e chi come il miliardario Brian Johnson che investe milioni di dollari per tornare dai suoi 45 anni ai 18. Insomma le prospettive di una sana Direzione di Longevità non mancano e con comportamenti virtuosi potremmo trovarci a festeggiare un futuro compleanno, con l’età biologica in riduzione.
Per saperne di più contattare il Sant’Andrea Longevity Center – Via Re David 45 Bari- 080 3529406 370 3428578 – www.longevitycenter.it
Umberto Palazzo
Editorialista de Il Corriere Nazionale.net