L’accaparramento di terre, noto anche come land grabbing, è l’acquisizione su larga scala di terreni agricoli da parte di stranieri, aziende o investitori privati, spesso a scapito delle comunità locali. Questo fenomeno, in rapida crescita negli ultimi decenni, rappresenta una seria minaccia alla sicurezza alimentare, all’ambiente e ai diritti delle popolazioni rurali di tutto il mondo.
L’Italia non è immune al fenomeno del land grabbing, secondo le stime, oltre un milione di ettari sono stati comprati negli ultimi anni, con un impatto negativo sull’economia locale e sull’ambiente.
Il land grabbing non è solo una minaccia, può anche rappresentare un’opportunità, se gestito in modo responsabile e trasparente. Gli investitori stranieri possono portare capitali, tecnologie e innovazione, favorendo la modernizzazione del settore agricolo italiano.
Tuttavia, per cogliere questi benefici è fondamentale coinvolgere attivamente le comunità locali e le istituzioni, occorre garantire trasparenza negli accordi, incoraggiare pratiche agricole sostenibili, tutelare i diritti dei lavoratori, rafforzare la legislazione sulla proprietà terriera e incentivare modelli di agricoltura che coniughino produttività con sostenibilità ambientale e sociale.
La lotta contro l’accaparramento di terre (land grabbing) richiede un impegno da parte di tutti gli attori. In questo scenario, la società civile e le organizzazioni internazionali assumono un ruolo fondamentale nel sensibilizzare l’opinione pubblica e fare pressione sui governi e le aziende per adottare politiche più eque e sostenibili.
Solo attraverso un impegno condiviso a livello globale, sarà possibile gestire questo fenomeno e “piantare i semi di un futuro migliore “ per le popolazioni rurali di tutto il mondo, Italia inclusa.
L’obiettivo è di comunicare le minacce e le potenziali opportunità legate all’accaparramento di terre, stimolando un dibattito costruttivo e un’azione collettiva.
La chiave per cogliere i benefici del land grabbing e minimizzare i rischi sta nella governance, si devono rafforzare i diritti delle comunità locali sulla terra, aumentare la trasparenza negli accordi di compravendita di terreni, promuovere modelli di agricoltura sostenibile, adottare politiche che garantiscano la produzione di cibo sufficiente per la propria popolazione e ridurre la dipendenza dalle importazioni.
L’Italia ha la responsabilità di contrastare il land grabbing negativo e di favorire un modello di sviluppo agricolo equo e resiliente. Questo richiede un impegno da parte di tutti gli attori coinvolti, istituzioni, imprese, comunità locali e cittadini.