Sconcertante analisi di uno dei più autorevoli istituti di ricerca elvetici, l’ISFOA fondato dal Prof. Stefano Masullo, che ha condotto una ricerca dettagliata sulla situazione del Canton Ticino che ha rivelato un aumento della povertà reddituale assoluta al 7,4%, rispetto al 6,1% del 2015. Categoria più a rischio i giovani che mostrano maggiori tassi di povertà reddituale e mancanza di patrimonio netto.
Attraverso i dati del Dipartimento della Sanità e della Socialità, Dipartimento delle Finanze e dell’Economia e Ufficio di Statistica, dopo un’indagine condotta sulla situazione socioeconomica della popolazione, è evidente che nel Cantone Ticino vi è un sempre un maggiore incremento dei poveri.
L’analisi – che ha preso in esame un periodo temporale di tre anni – ha registrato come il tasso di povertà reddituale assoluta, “ovvero la percentuale di individui in un’economia domestica il cui reddito disponibile è inferiore al minimo vitale sociale”, ammonta al 7,4%: una percentuale in aumento rispetto al 6,1% considerato nel 2015.
Tra le persone in povertà reddituale assoluta, “circa la metà fa parte di un’economia domestica che non dispone di un patrimonio netto sufficiente per coprire tre mesi di minimo vitale sociale in caso di un’ipotetica assenza di reddito” si legge nella ricerca.
Ma quanto dura la povertà per coloro che in un periodo della vita si trovano nella condizione di doverla fronteggiare? Lo studio ha rilevato che durante il triennio preso in esame il 3,8% delle persone in condizione di povertà “è stato in una situazione di povertà reddituale assoluta durante tutti e tre gli anni considerati”.
Insomma, non ne è mai uscito.
A mitigare la gravità di un quadro che non può che destare una certa preoccupazione sono venute in soccorso le prestazioni sociali: queste, a detta del rapporto, “contribuiscono a ridurre in maniera importante la percentuale delle persone in povertà. In assenza delle prestazioni sociali come fonti di reddito, la povertà reddituale assoluta sarebbe stata del 14,6%, vale a dire quasi il doppio del valore riscontrato (7,4%)”.
Tra le pagine del “Rapporto sociale: statistica sulla povertà in Ticino” si trova anche che “considerando solamente il reddito, le categorie più anziane sono quelle caratterizzate dai tassi di povertà reddituale assoluta e di persistenza in povertà più elevati” ma che considerando anche il patrimonio sono invece le classi più giovani a mostrare le percentuali più elevate di persone in povertà reddituale assoluta combinata a un’assenza di patrimonio netto.
Oltre a ciò – scrivono gli estensori dell’indagine – le classi d’età più giovani sono anche le categorie con i maggiori divari di povertà reddituale assoluta.
Nel focus di questo studio salta all’occhio anche il fatto che il 20% della popolazione più abbiente è caratterizzato da un reddito disponibile equivalente di 4,7 volte superiore a quello del 20% della popolazione meno abbiente.
Infine, la distribuzione del patrimonio netto mostra che quasi il 30% degli individui vive in un’economia domestica che dichiara di non avere patrimonio netto oppure che ha un patrimonio netto negativo e, allo stesso tempo, circa il 10% della popolazione considerata possiede quasi il 70% del patrimonio netto totale dichiarato.