Con loro anche l’ong Still I Rise, l’ambasciata a Nairobi e pure il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto
ROMA – “Salvate la nostra scuola, la scuola è casa nostra”: urla ritmate dagli studenti dello slum di Mathare, nella capitale keniana Nairobi. Grida e canti che sono diventati una festa: gli alunni sono riusciti a difendere il loro istituto insieme con l’ong Still I Rise, anche grazie al supporto delle istituzioni italiane, dall’ambasciata al ministero della Difesa. A raccontare la vicenda è stato Niccolò Govoni, giovane cooperante cresciuto a Cremona e poi in giro per il mondo con la sua ong, impegnata per il diritto all’istruzione in più continenti, dalla Colombia alla Repubblica democratica del Congo, dalla Siria alla Grecia.
COSA E’ ACCADUTO A MATHARE
I fatti risalgono a ieri, quando un agente di polizia e funzionari governativi “di basso rango” si sono presentati nella scuola gestita dall’organizzazione minacciando di demolirla se non avessero intascato un milione di scellini. “Sostenevano di voler applicare un’ordinanza presidenziale che prevede l’abbattimento delle strutture sorte in modo irregolare lungo gli argini del fiume”, ricostruisce Govoni in un video postato su Instagram. “L’edificio della scuola era invece lì dal 1989 e soprattutto aveva tutti i permessi necessari: qui in Kenya c’è un problema di corruzione importante ma noi ci siamo rifiutati di pagare”. La svolta è arrivata ieri sera con la pubblicazione di un filmato di denuncia da parte di Govoni. Lo hanno visto anche i responsabili dell’ambasciata d’Italia. “Si sono mossi in modo eccezionale, repentino, mettendo in gioco un’esperienza e capacità incredibili”, sottolinea il fondatore di Still I Rise. “Hanno contattato il governo keniano ai livelli alti e dopo due ore avevamo a scuola sia l’esercito che la Direzione investigativa criminale: erano in 25 persone, di cui 15 militari, armati per proteggerci“. A dare un contributo sono state anche le istituzioni in Italia. “Ci ha supportato perfino il ministero della Difesa” sottolinea Govoni: “Ringrazio molto il ministro, Guido Crosetto“.
COME E’ ANDATA A FINIRE
La conclusione, però, è tutta per gli studenti. Molti di loro sono bambini profughi o vulnerabili, che frequentando gratuitamente la scuola di Still I Rise possono conseguire un baccalaureato internazionale. Ieri hanno marciato fino alla sede del governo locale di Mathare, intonando cori e chiedendo il rispetto dei loro diritti. Il poliziotto responsabile del tentativo di estorsione è stato arrestato, mentre una “chief” del governo locale pure coinvolta è stata ammonita mentre restava rinchiusa all’interno del suo ufficio per non dover incontrare i manifestanti. Il lieto fine della storia è un segnale che rafforza la speranza, secondo Govoni. Che sottolinea, a scanso di pregiudizi: “Per ogni funzionario corrotto ce n’è almeno uno onesto“.