“Abbiamo chiesto al Cnop e agli ordini regionali il riconoscimento del genocidio a Gaza”, dicono i giovani piscologi
di Manuela Boggia e Rachele Bombace
TORINO – “Il 26 aprile abbiamo inviato una pec al Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi (Cnop) e a tutti gli ordini regionali per richiedere l’erogazione, per la popolazione palestinese e italo-palestinese qui in Italia, degli stessi servizi che sono stati erogati in seguito alla guerra in Ucraina. Abbiamo fatto anche una raccolta firme, che ad oggi conta più di 3.600 adesioni, e abbiamo chiesto al Cnop e agli ordini regionali il riconoscimento del genocidio a Gaza”. Con queste parole una giovane psicologa e psicoterapeuta in formazione che fa parte del progetto ‘Psicologia per la Palestina’, alzando la mano dal pubblico, si è rivolta al presidente del Cnop, David Lazzari, mentre era in corso un incontro con Fedez sul tema della salute mentale, nell’ambito del Salone del libro di Torino.
“Sappiamo che la psicologia è una questione collettiva, anche il nostro codice deontologico dice che abbiamo una responsabilità verso la società e la società non è fatta solo di persone italiane di origine– ha continuato la giovane psicologa- e per noi è importantissimo che questa responsabilità sia attuata anche nei confronti di quello che sta accadendo nel mondo. Nell’incontro di oggi parliamo del malessere adolescenziale e di quello dei giovani adulti in Italia e questo malessere lo vediamo molto spesso nelle piazze quando questi giovani cercano di farsi sentire davanti a una generazione adulta che non li ascolta. Secondo noi è importante un’assunzione di responsabilità verso i ragazzi e le ragazze, nonché una presa di posizione verso le dinamiche sociali e politiche che stanno accadendo nel mondo perché- ha ribadito- in questo momento stiamo assistendo a un genocidio”.
“Non so come mai ma non conoscevo questa petizione- ha risposto dal palco Lazzari-L’Ordine nazionale è stato sempre schierato con l’Ucraina, anche quando ci sono stati gli immigrati ucraini in Italia noi ci siamo mossi per quanto potevamo. Il tema delle guerre e delle crisi, come anche quello della crisi ambientale, sono nel cuore e nelle corde della nostra professione che deve aiutare a prescindere dai confini e dalle posizioni ideologiche. Quindi, da questo punto di vista- ha continuato il presidente del Cnop- assolutamente approfondirò il tema, mi dispiace che non conoscevo questa petizione ma con questo e con altri input di questo tipo ci confronteremo e se possiamo fare qualcosa lo faremo, sicuramente dal punto di vista culturale e se sarà possibile anche da quello materiale”.
Incalzato da altri giovani psicologi presenti nel pubblico che continuavano a chiedere perché il Cnop “dopo sette mesi dal genocidio non si è espresso mentre per l’Ucraina l’ha fatto”,
Lazzari ha ribadito più volte che “non c’è una posizione pregiudiziale di carattere ideologica o politica”.
“Non so se altri ordini professionali hanno fatto delle cose- ha continuato il presidente- sento oggi che il nostro ordine è investito di un ruolo che normalmente come ordine professionale non abbiamo però- ha detto ancora- noi l’abbiamo fatto per l’Ucraina perché c’erano profughi in Italia, non so se ce ne siano di palestinesi, è probabile. Non c’è nessuna preclusione- ha ribadito- se c’è un tema lo affronteremo magari insieme ad altri ordini”. Sulla Palestina “non c’è una posizione del Cnop perché non è stato mai interpellato o investito di questo tema”.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it