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Autore: Emiliano Pretto
Dopo la Capitale italiana della cultura e quella del libro il ministero della Cultura lancia la Capitale italiana dell’arte contemporanea, un nuovo riconoscimento pensato per incoraggiare e sostenere le città che sappiano e vogliano valorizzare le esperienze di arte contemporanea attraverso nuovi luoghi dedicati alla sua fruizione o con iniziative come mostre, festival o rassegne. Si parte con il 2026 e la prima città italiana a potersi definire Capitale italiana dell’arte contemporanea sarà scelta grazie ad un avviso pubblico, presentato questa mattina al Mic.
A rendere note le caratteristiche del bando sono stati il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il direttore generale Creatività Contemporanea del MiC, Angelo Piero Cappello e il sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni. Tra gli obiettivi dell’avviso pubblico spiccano, tra gli altri, la possibilità di realizzare o riqualificare aree e spazi da destinare alla fruizione dell’arte contemporanea, la valorizzazione del territorio nel settore della creatività e dei giovani talenti, la possibilità di creare reti tra musei, istituzioni pubbliche e spazi privati, la promozione dell’imprenditorialità nei settori visivi, performative e creativi.
Le città o le aggregazioni di Comuni che vorranno candidarsi potranno farlo entro il 30 giugno 2024. Un milione il finanziamento previsto per la città vincitrice, risorse che dovranno essere utilizzate per la realizzazione delle attività progettate nel dossier.
LE REAZIONI
“Questa- ha commentato Sangiuliano– è un’iniziativa per cui ho coniato uno slogan: ‘dobbiamo creare il passato del futuro‘, perchè tra 50 anni ci si dovrà ricordare di quanto fatto adesso, di quanto creato nel 2025, in particolare dai giovani. Dobbiamo proiettarci nel futuro. ogni anno una città italiana diventerà Capitale dell’arte contemporanea e ho già letto che molti si vogliono candidare. Auspico che si candidano soprattutto città medio piccole, che hanno tanti valori da poter esprimere e ambienti da riqualificare, perché diventare Capitali dell’arte contemporanea, come della cultura o del libro, significa accendere i riflettori su realtà cittadine per un anno intero e correlare una serie di eventi anche musicali o dedicati alla danza e fare un discorso sull’espressività contemporanea”.
“Ci sono iniziative fatte dai miei predecessori, che ho portato avanti con convinzione, come la Capitale italiana della cultura e la Capitale del libro- ha concluso Sangiuliano- poi abbiamo provato anche noi a creare qualcosa di nostro per poter imprimere una nostra visione. Ci vorranno anni prima che questa iniziativa si consoliderà ma sono convinto che avrà successo”.
“L’arte contemporanea, insieme alla fotografia- ha aggiunto anche Borgonzoni– è rimasta nell’immaginario di molti la sorellina minore dell’arte con la A maiuscola. Ma l’arte contemporanea va cresciuta e aiutata ad esprimersi e nutrirsi perche creerà le radici del nostro futuro. Lo scopo finale del nuovo avviso pubblico (per la Capitale italiana dell’arte contemporanea, ndr) è dare quindi il giusto ruolo all’arte contemporanea, dando anche le gambe ai giovani artisti di oggi”.
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