Il passaggio dal Negativo al Positivo è il modello della psicologia positiva che, a differenza della psicologia tradizionale, si concentra non solo sulla gestione delle emozioni negative, ma sull’individuazione degli strumenti per gestire al meglio situazioni stressanti e problematiche, senza farsi trascinare dai pensieri distruttivi in un vortice verso il basso, ma per elevarsi tendendo al benessere.
Lo scopo della Psicologia Positiva è, secondo Seligman e Csikzentmihayli, “catalizzare una modificazione dell’interesse centrale della psicologia, spostandolo dalla preoccupazione di porre rimedio agli aspetti peggiori della vita, alla costruzione di qualità positive”.
Rammentiamo anche nel 2001 il passaggio da Sanità a Salute, che, comportando il cambio di denominazione del nostro Ministero, sancì la nuova missione attribuitagli, in linea con quanto espresso dall’OMS che definisce la salute come “una condizione non più di semplice assenza di malattia ma di completo benessere fisico, mentale e sociale”. Tale definizione ne sottolinea il ruolo fondamentale non solo nel curare le malattie, quando ci si preoccupa solo di ciò che non funziona, ma di promozione della salute della persona nella sua interezza, complessità, ottimizzando ciò di cui si è in possesso.
Nella psicologia Seligman ha introdotto concetti fondamentali come le “tre vie” per la felicità: piacere, coinvolgimento e significato, e ha sviluppato il modello PERMA per il benessere, che da rilievo a taluni aspetti imprescindibili.
PERMA è infatti l’acronimo di Positive Emotions, Engagement, Relationships, Meaning and purpose, Accomplishment, i fattori su cui si deve concentrare la ricerca del benessere. Le Positive Emotions sono quelle sensazioni positive che gli individui provano, come la gioia, la soddisfazione, il piacere, la gratificazione ecc. mentre le Engagement sono le scelte personali che ciascuno compie nell’individuare le modalità per il raggiungimento di un’esperienza ottimale, che comporti emozioni positive.
Le Relationships sono le relazioni interpersonali, che rappresentano una risorsa fondamentale per superare i momenti negativi della vita, in quanto soprattutto in condivisione con l’altro hanno luogo le emozioni positive. Fondamentale anche il Meaning and purpose, cioè trovare un senso, uno scopo per ciò che si sta facendo, in quanto contribuisce al proprio benessere e a quello dell’ambiente in cui si vive o lavora.
L’Accomplishment è la riuscita, cioè il successo immediato e la autorealizzazione perpetua a cui ciascuno mira. Il benessere si ha nel momento e nel ricordo della vittoria, nel riuscire nel proprio intento, sia per l’esclusivo sapore della vittoria sia per il piacere, per l’energia propositiva che da esso deriva. Il successo crea ulteriore successo, crea maggiore coinvolgimento e operatività per chi non intende adagiarsi sugli allori.
Mihaly Csikszentmihalyi è noto anche per il suo lavoro sul concetto di “flusso“, uno stato di massima concentrazione con coinvolgimento totale in un’attività che è sia stimolante sia gratificante. Il flusso è stato applicato in vari ambiti lavorativi per migliorare la motivazione e la performance. Riguardo allo stato che consente di vivere nel flow, si tratta di fondersi con ciò che si sta facendo; quasi lasciandosi trascinare da un fiume in piena, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio completamente assorbiti dalla situazione contingente.
Importante anche il contributo di Carol Dweck nota per la sua teoria della “mentalità di crescita“, che ha analizzato come le percezioni di un individuo sulle proprie capacità influenzino il comportamento e l’approccio al successo. In ambito lavorativo, promuovere una mentalità di crescita può portare i lavoratori a vedere le sfide giornaliere come opportunità di apprendimento continuo, piuttosto che come minacce, ostacoli insuperabili e terreno di lotta nella competizione. Non solo intelligenza, attitudini, conoscenze e formazione sono rilevanti per il successo ma il modo in cu si affrontano avversità e sfide.
Barbara Fredrickson, con l’espressione “broaden and build“, conferma che il poter vivere emozioni positive migliora i nostri modi di pensare e agire, fornendoci risorse personali a cui attingere ampiamente e più a lungo termine. Nel lavoro, ciò può comportare migliori capacità di problem-solving e maggiore creatività.
Quelli rammentati sono solo alcuni dei teorici che hanno fornito analisi e principi per applicare la psicologia positiva nei luoghi di lavoro, con strategie che possano incrementare non solo la produttività, ma anche il benessere collettivo degli individui. Numerosi sono gli ambiti a cui è stata applicata negli ultimi decenni: scuole, università, lavoro.
In particolare, per l’ambito lavorativo nel 2001 è stato proposto il modello dello Strenghts Finder, risultato di un lavoro di ricerca durato oltre cinquant’anni da Clifton e dal gruppo della Gallup Consulting.
L’obiettivo del lavoro era quello di definire un linguaggio comune sulle principali aree di capacità, talento, che caratterizzano ogni essere umano, portando gli individui ad individuare agevolmente le proprie potenzialità, le capacità, e le strategie per metterle in pratica in più ambiti possibili. Il fine è quindi duplice, è soprattutto quello di riconoscere le aree con maggior potenziale da trasformare in punti di forza, non concentrandosi solo sui punti di debolezza da curare!