Mimmo Lastella
Carissimi lettori, carissime lettrici
Non è mica vero che, la classe operaia, si è estinta, c’è ed è forte; anzi, costituisce l’asse portante dell’economia del nostro paese checché ne pensino e ne dicano i sostenitori dei padroni, padroni che, senza degli operai “almeno fino ad oggigiorno, salvo l’incursione too court della robotica e dell’intelligenza artificiale”, non potrebbero far funzionare le proprie aziende e di conseguenza, non generare profitti aimè solo ed esclusivamente a proprio vantaggio.
Ciò che manca, è un’effettiva e reale rappresentanza, sia sindacale, sia politica; visto che chi dovrebbe difendere e tutelare gli interessi dei lavoratori, si è in un certo qual modo assuefatto e, per usare un linguaggio a suo tempo caro a Lotta Continua, imborghesito, perdendo gradualmente la carica rivoluzionaria del marxismo-leninismo alle logiche padronali e del potere dominante, contribuendo allo smantellamento progressivo dei diritti, conquistati con anni di lotte e battaglie, costati sacrifici anche in termini di vite umane; ergo: “Peppino Di Vittorio ed Enrico Berlinguer, si stanno rivoltando nelle rispettive tombe”.
Tale assuefazione ed imborghesimento, ha portato ad un progressivo imbarbarimento delle masse popolari, terreno fertile per le forze reazionarie e di destra fascista e post-fascista; che su tale malcontento, hanno costruito le loro fortune elettorali, che hanno generato governi di destra alla Meloni e personaggi pazzoidi e xenofobi alla Salvini e Vannacci; complice anche la mancanza di cultura politica e senso dello stato delle classi dirigenti dei partiti e dei sindacati; i quali selezionano dirigenti il cui unico obbiettivo, è far carriera.
Ora, che fare al fine di assicurare un futuro migliore ai nostri figli e alle generazioni postume?
Credo che si debba attuare un reset al contrario, ovvero formattare tutto, a cominciare dalla distruzione dell’attuale Unione europea, causa principale della demolizione del welfare state e dell’impoverimento della classe lavoratrice attraverso l’introduzione dell’euro, moneta usuraia per antonomasia.
Sostituire la cultura di guerra, con una cultura di pace ed aggiungo anche una cultura dell’integrazione etnica e multiculturale e dulcis in fundo creare le condizioni per una classe politico-sindacale che abbia senso delle istituzioni e riporti il paese nei giusti ranghi, attraverso la formazione politico-dirigenziale di frattocchiana memoria.
Ma, mi rendo conto che, finché, non ci sarà una vera e propria sollevazione popolare, in grado di mandare a casa gli affaristi ed opportunisti della politica, questa, è pura utopia.
Buon primo maggio a tutti.
“scrittore e blogger”.
ph pixabay