di Mirko Crocoli
Ministro Urso: “Condividiamo l’ipotesi di creare un etichetta 100% Made inItaly che possa rappresentare l’autenticità e l’eccellenza lungo tutta la filiera. Il Piano transizione 5.0 che stiamo dispiegando queste settimane stanzia 13 miliardi di Euro complessivi per l’innovazione digitale e l’efficientamento energetico anche attraverso installazioni e impianti di tecnologia green per le imprese”.
ROMA – Sustainable Fashion Innovation Society ha presentato nella sede del MIMIT, alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, un progetto di reshoring che vuole riportare l’heritage italico nella filiera della moda, dal seme fino al negozio. A partecipare al primo Tavolo nazionale dedicato alla filiera del cotone bio 100% Made in Italy, con la presidente di Sustainable Fashion Innovation Society, Valeria Mangani, gli imprenditori Manlio Carta, presidente Cotone Organico di Sicilia e Riccardo Cammalleri vice presidente Investment Capital Solutions S.p.A; Michele Steduto e Pietro Gentile – GEST Cotone Organico di Puglia.
Presenti all’incontro esponenti della filiera, degli enti locali e delle Istituzioni. “Abbiamo portato all’attenzione del Ministro due esempi di eccellenze del nostro made in Italy messe in campo da due imprenditori lungimiranti e coraggiosi del sud Italia, durante il Covid ”, ha fatto sapere Mangani, “ma per preservare questa eccellenza occorre il sostegno del governo.” La presidente della Sustainable Fashion Innovation Society ha chiesto al Ministro Urso, in rappresentanza degli imprenditori dell’intera filiera produttiva (coltivazione e giuntura, filato, tessitura, confezione e vendita), un’etichettatura ad-hoc 100% Made in Italy. Ovvero, la creazione di una Certificazione di Provenienza e Qualità del cotone che certifichi il 100% Made in Italy. Iniziativa accolta con plauso anche da Andrea Rambaldi AD di FashionArt S.p.A. (eccellenza nella confezione, compartecipato da Chanel).
Fin dall’inizio l’esperimento del cotone è stato un successo per l’imprenditore Manlio Carta di COS-Cotone Organico di Sicilia, che ha coinvolto i principali brand italiani come Oviesse, fino a quelli del lusso come Chanel. Una storia di filiera agricola produttiva vincente, made in Italy, che parte dalla Sicilia e arriva a Padova passando per Bergamo (Coltivazione e giuntura COS Cotone Organico Sicilia, Palermo; Filato Eurotessile SPA, Bergamo; Tessitura:Berto E.G. Industria Tessile, Padova; Vendita Fashion Art, Padova).
Ma dove ci porta il futuro del cotone? La nuova proprietà di COS, Gloria Terrae S.r.l. Società Agricola del Gruppo ICS-Investment Capital Solutions S.p.A., fa intendere che non vi è solo la moda per questa nobile pianta, ma bensì una virtuosa partnership con l’agrivoltaico. ICS SpA infatti si prepara a mettere a dimora entro i prossimi 4 anni 1.000 ettari di cotone organico nel territorio siciliano. Nel Gargano invece, gli imprenditori Michele Steduto e Pietro Gentile di GEST- Cotone Organico di Puglia, avranno la filiera 100% made in Italy da ottobre 2024 dopo un investimento pari a 2.000.000 di euro per un impianto di ginnatura a Capitanata (FG). Entrambi i cotoni, siciliani e pugliesi, sono certificati GOTS.
L’Italia fino alla seconda guerra mondiale era uno dei maggiori produttori di cotone, ma dagli anni ‘60 con l’avvento delle fibre sintetiche, il prodotto estero e il peso dei costi di produzione dovuti alla raccolta del cotone, esclusivamente a mano, hanno posto fine alla produzione. Dopo 50 nasce così dalla volontà di imprenditori lungimiranti del sud Italia, la prima filiera di agricoltura tessile del cotone 100% made in Italy, che si rafforza grazie alla reintroduzione del cotone nella recente riforma della PAC-Politica Agricola Comune. Ma si può fare di più.
L’intervento del Ministro
“Nel ricordare che il cotone è stato inserito dopo 50 anni nella recente riforma della Pac il Ministro Urso si è rivolto agli imprenditori presenti al Tavolo complimentandosi per aver ripreso la coltivazione del cotone nel nostro Paese e per averlo fatto in modo sostenibile e innovativo poiché “quello del made in Italy sostenibile è proprio l’obiettivo che si propone il governo. E bello, ben fatto e sostenibile è anche quello che chiedono i consumatori globali particolarmente attenti alla tracciabilità del prodotto.” Il Ministro ha fatto sapere che “grazie alla recentissima riforma della Pac (Politica agricola comune) ci saranno le condizione per poter accedere agli incentivi europei per la certificazione biologica e questo supporto è essenziale per poter garantire un cotone ecologico e competitivo a livello internazionale”. Inoltre, ha aggiunto: “Condividiamo l’ipotesi di creare un etichetta 100% Made in Italy che possa rappresentare l’autenticità e l’eccellenza lungo tutta la filiera. Nel nostro disegno di legge quadro sul Made in Italy che è stato approvato dal Parlamento a dicembre, è stato creato un fondo per la transizione verde e digitale per la Moda con stanziamento iniziale di 5 milioni per lo scorso anno e di dieci milioni di euro per quest’anno.
Il Piano transizione 5.0 che stiamo dispiegando queste settimane stanzia 13 miliardi di Euro complessivi per l’innovazione digitale e l’efficientamento energetico anche attraverso installazioni e impianti di tecnologia green per le imprese. Per quanto riguarda la formazione il Piano di Transizione 5.0 a differenza dei precedenti Piani industria 4.0 consente che il 10% delle risorse possano essere utilizzate per la formazione del proprio personale affinché possa acquisire le competenze necessarie all’utilizzo dei nuovi strumenti di digitalizzazione e tecnologia green. Quindi da parte del Ministero delle Imprese del Made in Italy l’impegno a realizzare i vari provvedimenti che saranno concepiti e approvati dal Parlamento nel corso di questa legislatura, sempre più attenti a livello anche europeo e internazionale a sostenere anche questa filiera del cotone biologico”.
Sustainable Fashion Innovation Society prima organizzazione pionieristica dedicata alla transizione ecosostenibile del settore moda e design, dal 2022 si è impegnata per il cartello del cotone. Ad oggi è la più grande community europea di brand e manifatturieri sostenibili, con più di 2.300 aziende internazionali iscritte.
SFIS è anche una piattaforma phygital– fisica e digitale – che funge da marketplace, non e-commerce, dove domanda e offerta tra aziende sostenibili e manifatturieri delle fibre più innovative si incontrano virtualmente. I soci di SFIS possono infatti accedere al più grande database di manifatturieri ecosostenibili e fashion tech made in Italy e al Laboratorio dei Materiali in partnership con l’Università Sapienza di Roma per sperimentare i loro prototipi con stampanti 3D che lavorano con innovativi materiali bio-based. La Sapienza è anche main academic partner del Phygital Sustainability Expo®, l’evento istituzionale di riferimento, dove il Gotha della sostenibilità mondiale si incontra per fare network ed aggiornarsi sulle world première che le aziende scelgono di presentare dal palco del Phygital Sustainability Expo®.
LA MISSION
La Sustainable Fashion Innovation Society è una centrale di produzione di conoscenze sui temi legati alla sostenibilità, proponendosi quale interlocutore privilegiato della Pubblica Amministrazione, delle istituzioni nazionali ed europee, dell’industria, della finanza dedicata e dei diversi attori operanti sul mercato di riferimento.
La moda sostenibile è un settore il cui valore è stimato essere di 8 miliardi di euro entro il 2025, che aumenterà a 12,5 miliardi entro il 2030, con un tasso di crescita annuo del 9%. La SFIS organizza campagne per consapevolizzare i consumatori all’acquisto di una moda attenta al pianeta, incrementando la trasparenza e la tracciabilità, nonché funge da advocacy con le istituzioni italiane ed europee per diminuire le emissioni e l’impronta di CO2 delle aziende moda, ottimizzando le risorse, gli sprechi, incentivando la circolarità degli scarti di produzione e la responsabilità sociale d’impresa. Negli anni, svariate mozioni parlamentari e Disegni di Legge sono state suggerite da SFIS, la quale lavora gomito a gomito con le istituzioni. La Presidente Mangani siede al Tavolo della Moda del MIMIT e della Regione Lazio, in rappresentanza del sistema moda sostenibile nazionale, raccogliendo le loro istanze e ampliando il loro network.