Come risanare il debito cercando di salvare l’abitazione.
La competenza e la profonda professionalità dei professionisti appartenenti alla prima e più grande rete nazionale di professionisti concorsualisti, RNPC, appaga sempre.
Ottenuta un’altra sentenza di omologa di un piano di ristrutturazione del debito sul Tribunale di Benevento, da un professionista facente parte della Rete, nello specifico dall’avv. Baldino Floriana, del foro di Trani.
È bene precisare che gli interventi del legislatore Italiano, in tema di crisi di impresa e ristrutturazione del debito del consumatori, sono stati ispirati, e fortemente condizionati, dai contenuti della direttiva Europea 1023/2021 (c.d. Direttiva Insolvency) sui quadri di ristrutturazione preventiva del 20/06/2019 con l’obiettivo di introdurre negli Stati membri regole comuni per sensibilizzare la cultura del recupero dell’impresa in crisi e quindi della prevenzion,e agevolando la ristrutturazione delle imprese in difficoltà finanziaria ed anche dei consumatori.
Certamente la pandemia ha generato una crisi economica senza precedenti, tanto è vero che secondo le stime di Banca d’Italia di gennaio 2021: “la forte contrazione del PIL registrata nel 2020 porterà ad un aumento di 2.800 fallimenti entro il 2022. A questi potrebbero aggiungersi altri 3700 fallimenti <<mancanti>> del 2020 che non si sono realizzati per gli effetti temporanei della moratoria e delle misure di sostegno” e per modificare “alcuni istituti ritenuti poco flessibili – che potrebbero portare a difficoltà applicative, soprattutto nell’attuale congiuntura economica – e per esercitare la delega conferita con la legge 53/ 2021 per il ricevimento della disciplina comunitaria sui quadri di ristrutturazione.” (Nota Banca d’Italia – “Fallimenti in epoca covid” – del 27/01/2021)
Da ultima, sul tema della ratio di codesta normativa, si è pronunciata anche la suprema Corte costituzionale, con la sentenza n. 65/2022, la quale, ad ulteriore chiarimento sulla finalità di questa norma, ha precisato quanto segue : “la finalità di codesta legge, è quella di “ricollocare utilmente all’interno del sistema economico e sociale, senza il peso delle pregresse esposizioni» (sentenza n. 245 del 2019), un soggetto – il consumatore – che, se sul piano contrattuale si connota per una debolezza derivante dalla sua asimmetria informativa, nel quadro della disciplina in esame, che presuppone la condizione patologica del sovraindebitamento, mostra anche i segni di una fragilità economico-sociale. L’obiettivo di consentire la ristrutturazione del maggior numero possibile dei debiti spiega, del resto, la facoltà contemplata dal legislatore di falcidiare e di ristrutturare, pur con i limiti imposti dall’art. 7, finanche i debiti relativi a crediti muniti di garanzie reali (privilegi, ipoteche e pegni).”
Fatta questa doverosa premessa, al fine di inquadrare la normativa più nota a tutti come legge salvasuicidi e la sua finalità, è bene inoltre diffondere la conoscenza delle utilità che di fatto si possono ottenere grazie all’accesso a codeste procedure.
Nel caso di specie, trattato dall’avvocato Baldino sul Tribunale di Benevento, un dipendente di una pubblica amministrazione, a seguito di un divorzio ed altre vicissitudini occorse, non era più stato in grado di onorare i debiti già assunti con diverse finanziarie, soprattutto non era più in grado di adempiere al contratto di mutuo sottoscritto per l’acquisto della prima casa.
Chiaro che allorché si decade dal mutuo, diventa impossibile rinegoziare il contratto, ed il declino di un consumatore è inesorabile.
Il rischio, in questi casi, chiaramente, è la perdita della prima casa, un sacrificio che il consumatore subisce ma che, ad ogni modo, non libera il consumatore dal debito residuo richiesto dai diversi creditori.
La ristrutturazione del debito è l’unica strada per risanare il debito.
La ristrutturazione del debito altro non è che una rimodulazione dello stesso debito con rate sostenibili individuate non solo in base al reddito del debitore ma altresì prendendo in considerazione anche le spese che occorrono alla famiglia per il loro sostentamento.
Chiaramente, nel caso dei consumatori, l’obbiettivo primario è quello di salvare la loro abitazione, obbiettivo che si può ottenere solo laddove ci sia la compresenza dei requisiti oggettivi e soggettivi per l’accesso alla procedura.
Sul sito della Ret Nazionale Professionisti della Crisi, la sentenza completa.