Molto interessante la prima edizione di Morbegno Divino, tenutasi il 20 e 21 aprile nel Polo Fieristico di Morbegno, in Valtellina. Presenti una sessantina di cantine provenienti da tutta Italia e non solo (purtroppo nessuna dalla Valtellina), produttori di distillati e di cibo, che hanno creato all’ombra delle affascianti vette alpine, un posto meraviglioso dove trascorrere una bella giornata di degustazione.
L’esperienza comincia con Lusitania Vini di Paulo Brito, un modo per immergersi nei vini portoghesi: dalle delicatezze del Niño Verde alle piacevolezze del Tintos del Ribeiro della valle del Douro, passando per il rosato Casa de Mounaz Dão Rosè. Vini delicati, piacevoli, robusti, persistenti, da abbinare alle specialità del Portogallo.
Colle Ciocco di Montefalco, nel cuore verde dell’Umbria, è un’azienda che sa il fatto suo, con i suoi 12 ettari coltivati. Tra le specialità il profumatissimo Grechetto e il classico Montefalco rosso 2020, due anni di bottiglia oltre ad uno in botte di legno, accompagnati dal Brixio Rosato (30% Sagrantino e 70% Sangiovese). Ma è sul Sagrantino che Colle Ciocco stupisce con il suo 2018 e soprattutto con lo strepitoso 2015, al naso frutti rossi e ciliegie sotto spirito, al gusto intenso e potente, pieno e rotondo, persistente ma al tempo stesso gentile. Nessun tannino verde, il vino si accomoda in bocca e accarezza il palato regalando grandi emozioni. Un discorso a parte merita il Sagrantino Passito, una vera chicca che ben si presta ad abbinamenti con dolci o formaggi erborinati.
In Sardegna c’è una piccola cantina dai grandi vini. E’ la Cantina Dessolis, vino di Mamolada, che produce un vermentino di Barbagia che ha sentori di sole, mare e vento, dai profumi di frutta e di agrumi. E poi un cannonau che ha sicuramente ampi margini di sviluppo, perché quello portato a Morbegno è del 2022, quindi troppo giovane.
La Sicilia schiera Tenute dei Paladini, un’azienda di Marsala fondata negli anni 30 da Matteo Palladino che creò le basi per una struttura imprenditoriale che proseguì con il figlio Paolo e attualmente dai figli di quest’ultimo Matteo ed Emanuela. La cantina si articola su una superficie vitata di circa 50 ettari, e vengono coltivati i classici uvaggi del territorio: Nero d’Avola, Grillo, Grecanico, Inzolia, Catarratto, Moscato bianco e Zibibbo. Ma non solo, non mancano varietà internazionali come Merlot, Syrah e Chardonnay che hanno trovato in questo angolo di Sicilia la loro giusta collocazione. Tra i vini degustati in fiera ho trovato eccellente Palatium, Grillo in purezza che regala sensazioni uniche nel calice. Una versione davvero speciale. Ottimi anche Isola Bianca (Catarratto al 100%), Emà (Moscato bianco e Zibibbo) in onore dei due fratelli Emanuela e Matteo, e Palatium Nero d’Avola che esplode in bocca con la potenza del sole della Sicilia nonostante abbia un volume in alcol nemmeno troppo elevato (13%). Da rimarcare la delicatezza del san Giorgio, un blend azzeccato di Nero d’Avola e Merlot.
Per il Piemonte è -tra gli altri- presente il Torchio, un’azienda agricola di San Damiano d’Asti che dal suo territorio – il Monferrato- ha portato alcune proposte molto interessanti. Ottimo Rivas l’Arneis 2022 delle Terre D’Alfieri Docg, un vino dal colore giallo intenso, quasi oro, che sull’etichetta colora la collina stilizzata facendola apparire come una morbida onda lunga. Ca ‘d Pinu è il Nebbiolo 2021 che passa sei mesi in barrique prima di essere messo in commercio. Gusto intenso e fruttato con note di lampone, piccoli frutti rossi e violetta. Al gusto invece è asciutto, giustamente tannico, ma equilibrato, persistente, piacevole, retrogusto di confettura rossa. Sorprendente il Cisterna d’Asti Cinota, una Croatina in purezza, 2022, vendemmia tardiva dopo il Nebbiolo, è un vino potente, che raggiunge il 16 gradi in volume alcool, intenso al naso e soprattutto al gusto con richiami alla frutta rossa e ad alcune note speziate che arricchiscono il bouquet di sensazioni. Una bottiglia davvero sorprendente!
Dalle Marche ecco Angeli di Varano, azienda agricola non lontano dal Conero. Molto piacevole l’iconico Verdicchio Fuorilegge, un IGT che porta nel bicchiere molta mineralità e la sapidità del mare. Sorprendente la bollicina metodo charmat realizzata con uve Montepulciano, un uvaggio morbido e in grado di essere proposto in moltissime varianti, come il rosato secco, che nel bicchiere realizza momenti di puro godimento.