Una collana di 100 perle preziose per 27.000 ettari protetti che ha salvato orsi, cervi e lontre e promosso didattica, ricerca, aggregazione sociale, benessere

Pubblicato oggi il nuovo report Effetto Oasi Dal 25 aprile, per 5 weekend consecutivi sarà per tutti l’occasione di fare un tuffo nella bellezza grazie a 150 eventi nelle Oasi WWF

 

27.000 ettari di territorio protetto, circa 100 Oasi, 350.000 visitatori annui un ‘effetto oasi’ lungo 57 anni, dalla prima creata in Toscana, quella di Burano nel 1967 da cui si è sviluppato un sistema di aree protette complesso e articolato, il primo in Italia gestito da una associazione privata e tra i primi in Europa, che impiega nelle attività di gestione, fruizione e tutela a diverso titolo 150 persone e circa 500 volontari. Un sistema che dà un contributo importante per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità: la sfida UE del 30×30 prevede di raggiungere almeno il 30% di territorio protetto entro il 2030. Sono solo i numeri più evidenti di “Effetto Oasi”, il report WWF lanciato in occasione del Mese delle Oasi per la campagna OurNature. Effetto Oasi sono anche gli habitat mappati nelle aree protette del panda, ben 109 (di cui 27 definiti prioritari in ambito europeo), 378 le attività di educazione ambientale realizzate nel 2023, 130 i progetti di conservazione in corso e 80 le attività di creazione di nuovi habitat come stagni, zone umide o aree per impollinatori. Le Oasi ospitano anche 10 centri di educazione ambientale e 8 CRAS (Centri recupero Animali selvatici) che curano ogni anno oltre 8.000 animali feriti o in difficoltà.

 

Dalla ricerca scientifica alle vacanze natura, dall’educazione ambientale con le scuole all’impegno nella conservazione di specie e habitat e nel recupero ambientale; sono anche luoghi di aggregazione sociale, di sperimentazione di attività legate al benessere psicofisico, di formazione. Le Oasi WWF hanno soprattutto giocato un ruolo centrale per la conservazione di alcune specie simbolo, quali l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), la lontra (Lutra lutra), il cervo Sardo (Cervus elaphus corsicanus).

 

Proprio l’orso marsicano è protagonista di una campagna di raccolta fondi che il WWF lancerà il prossimo mese per salvare un animale unico del nostro Appennino, che rischiamo di perdere per sempre a causa di bracconaggio, investimenti stradali e frammentazione dell’habitat.

 

ORSO. Per l’orso marsicano, ruolo centrale nei progetti e nelle campagne di conservazione ha la Riserva Regionale – Oasi WWF Gole del Sagittario, che ospita in primavera estate anche i campi famiglia dedicati all’orso. Che, nei suoi sconfinamenti verso sud, incontra anche l’Oasi di Guardiaregia-Campochiaro (nel massiccio del Matese, in Molise) e verso nord quella del Lago Secco (Rieti, ai margini del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga). In questo caso le Oasi rappresentano segnali di speranza per l’espansione della specie verso altri territori, grazie anche alla presenza di presidi e delle fototrappole, che ne immortalano la presenza.

 

LONTRA. Il WWF Italia, sin dagli anni ’80, ha lavorato per garantire un futuro alla lontra, tutelando bacini fluviali come quello del Sele in Campania (Oasi di Persano), Lago di Conza e Grotte del Bussento, nel Cilento interno. L’Oasi di Persano è probabilmente oggi il luogo in Italia con maggiori possibilità di incontrare questo raro (meno di 1.000 individui) ed elusivo mustelide. La lontra inoltre vive, grazie alla protezione garantita al suo fragile habitat, anche nelle Oasi WWF del Lago di San Giuliano vicino Matera, del Bosco Pantano di Policoro in Basilicata e nella Riserva delle cascate del Rio Verde in Abruzzo.

 

CERVO SARDO. La salvaguardia di questa sottospecie endemica ha trovato la sua pietra miliare con l’acquisizione della Riserva di Monte Arcosu da parte del WWF Italia, che ne fece un’Oasi (ora ricompresa nel recente Parco Regionale del Gutturu-Mannu) che si estende per circa 3.700 ettari: la più estesa, tra le aree di proprietà dell’Associazione. L’area comprende habitat forestali mediterranei che ospitano uno dei nuclei di cervo sardo più consistenti. La gestione oculata del territorio e le attività di antibracconaggio hanno permesso l’aumento numerico e l’espansione del nucleo residuo, che oggi supera le mille unità.

 

RECUPERO E RIPRISTINO. Le Oasi rappresentano anche aree naturali ad elevata priorità di conservazione e ripristino ecologico, in quanto spesso ospitano habitat in declino e prioritari a livello europeo. Negli anni scorsi sono stati eseguiti interventi di ripristino di ambienti aperti nell’Oasi WWF di Valtrigona, nel gruppo alpino del Lagorai, in provincia di Trento. Interventi di restauro ecologico hanno interessato anche l’Oasi WWF di Valle Averto, nell’ambito del progetto LIFE Forestall. Nell’ambito del progetto RiPartyAmo il WWF ha eseguito diversi interventi di ripristino. Doveroso citare l’intervento di restauro forestale nell’Oasi WWF di Policoro. Il progetto di ripristino ecologico nell’Oasi WWF “Cratere degli Astroni” (Napoli) ha l’obiettivo di ripristinare naturalità e biodiversità in diversi habitat nell’Oasi, in particolare quelli distrutti dagli incendi boschivi avvenuti nel 2017 e nel 2022.

 

“La natura italiana è tra le più ricche in Europa, ma questa ricchezza oggi la stiamo perdendo sempre più rapidamente: il 50% delle specie di vertebrati in Italia è minacciato d’estinzione, il 52% delle specie di fauna protette dalla Direttiva Habitat mostra uno stato di conservazione inadeguato e quasi il 90% degli habitat tutelati versa in uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole. L’impegno e l’investimento del WWF con il sistema Oasi, nato più di 50 anni fa con l’azione di pionieri come Fulco Pratesi e altri illuminati precursori, che decisero di acquisire il lago costiero di Burano per farne la prima Oasi (1967), è divenuto oggi il più grande progetto di conservazione del WWF in Italia. Tutto ciò è stato possibile grazie a sinergie e collaborazioni con soggetti pubblici e privati, con i quali si è fatta rete, e all’insostituibile contributo dei volontari”, ha detto Marco Galaverni, Direttore Oasi Educazione e Attivazione WWF Italia.

 

Sono decine i progetti di conservazione attivi ogni anno nelle Oasi WWF, grazie all’assegnazione di bandi pubblici o al prezioso supporto di donatori privati: come Guardiani della natura (con Huawei) Urca Pro Emys, per la salvaguardia della tartaruga d’acqua dolce o OFF, per la tutela degli ecosistemi forestali dal fuoco e il Life Gestire, per la tutela di anfibi e la sensibilizzazione rivolta ai chirotteri (sportello pipistrelli) nell’Oasi di Valpredina.

 

EDUCAZIONE, ESPERIENZE, COLLABORAZIONI

Le Oasi sono anche laboratori a cielo aperto, centri di educazione ambientale e aree indirizzate alla ricerca scientifica. Nel solo 2023, sono state 378 le attività di educazione ambientale condotte nelle Oasi. Le attività svolte con scuole o Università e campi natura sono state ben 72, con circa 45.000 studenti coinvolti. Vere e propri gioielli tra le aree museali sono il Biodiversitario Marino (Miramare, Trieste) e Casa Pelagos all’interno dell’Oasi WWF di Orbetello.

 

Le Oasi rappresentano anche l’incontro tra il WWF e soggetti privati, che al WWF hanno dato in gestione aree naturali di proprietà, come quelle agricole – che assumono così la sostenibilità delle produzioni come prima regola. È di questi giorni la nascita dell’Oasi affiliata di Castel Romano, a pochi km dalla Capitale, voluta e finanziata dai proprietari del designer outlet, McArthur Glen.

In Emilia-Romagna dal 4 maggio si aprirà anche l’Oasi affiliata “Gregorina”, grazie all’impegno di Generali che ha restituito alla comunità un’area di 25 ettari situata a Castrocaro Terme e Terre del Sole con diversi habitat: bosco, vigneto e prato mellifero.

 

IL MESE DELLE OASI

Il Mese oasi, la formula di ‘lungo evento’ che da un paio di anni ha trasformato la tradizionale Festa delle Oasi celebrata da oltre 30 anni in una sola giornata, è una vera e propria Festa della Natura dedicata alla biodiversità italiana ed è parte della campagna WWF Our Nature per la difesa della biodiversità. Per 5 weekend consecutivi sarà per tutti l’occasione di tuffarsi nella bellezza della natura, tra orchidee, farfalle, aironi e fenicotteri, immersi nei boschi o lungo fiumi, laghi e sentieri di montagna. Ben 150 gli eventi in programma nel mese delle Oasi: visite guidate, a piedi o in bicicletta, laboratori e attività per i più piccoli, eventi di citizen science.

 

Qui il programma con tutti gli eventi del mese delle Oasi>> 

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