Del 15 Aprile 2024 alle ore 16:00

Molte di queste festività hanno origine religiosa: durante il giorno festivo si va a Messa e non si lavora

Autore: Serena Tropea

ROMA – Le chiamano ‘feste comandate’ o feste riconosciute dallo Stato: sono quei giorni in cui si sta tutti a casa e non si lavora (e se qualcuno lavora viene, in teoria, pagato di più). In questi giorni se ne sta parlando dopo la polemica scaturita dalle dichiarazioni del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che è tornato sul caso dell’Istituto ‘Iqbal Masih’ di Pioltello chiuso il 10 aprile in occasione della fine del Ramadan, per permettere agli studenti musulmani di festeggiare l’Eid-El-Fitr. Dal palco della Festa della Lega a Varese (per i 40 anni dalla fondazione), il ministro ha annunciato un nuovo provvedimento che vieterà alle scuole di chiudere “in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato”.

LEGGI ANCHE: Scuola, dopo Pioltello Valditara annuncia la nuova norma: “Non sarà più possibile chiudere per una festività non riconosciuta dallo Stato”

LE FESTE RICONOSCIUTE PER LEGGE

Ma quali sono, quindi, queste feste riconosciute? Sul calendario sono quei giorni segnati con il rosso e, non contando le domeniche, lo Stato italiano riconosce ufficialmente: Capodanno (1 gennaio), Epifania (6 gennaio), Festa della Liberazione dal nazifascismo (25 aprile), Lunedì di PasquaFesta del lavoro (1 maggio), Festa della Repubblica (2 giugno), Assunzione di Maria/Ferragosto (15 agosto), Ognissanti (1 novembre), Immacolata Concezione (8 dicembre), Natale (25 dicembre), Santo Stefano (26 dicembre). A questi giorni si aggiunge la festività locale del Santo patrono e, nella prima domenica di novembre, la Festa dell’Unità nazionale.

Come si può notare, molte delle festività riconosciute dallo Stato sono di origine religiosa proprio perché nel cattolicesimo durante la festività vige l’obbligo di assistere alla messa e di astenersi dai lavori manuali. L’1 gennaio è una festa cattolica di precetto ma ha anche una natura civile in quanto inizio dell’anno (veniva festeggiata anche dai romani l’1 marzo e fu, poi, successivamente spostata), così come il Ferragosto che per i romani erano le feriae Augusti, un periodo durante il quale i lavoratori si astenevano dai raccolti. Le feste del 26 dicembre e del lunedì di Pasqua, invece, hanno natura semi-religiosa: furono istituite nel 1949 dallo Stato italiano per prolungare le feste di Natale e Pasqua.

LE EX FESTIVITÀ

Fino al 1976 lo Stato riconosceva come giorni festivi agli effetti civili anche altre festività religiose, come San Giuseppe (19 marzo), l’Ascensione, il Corpus Domini, i santi Pietro e Paolo (29 giugno). Era giorno di festa anche il 4 novembre, la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, oggi spostata come festività alla prima domenica di novembre.

Nel 1977, con una legge, vennero espressamente soppresse per la loro “negativa incidenza sulla produttività sia delle aziende che dei pubblici uffici”. Nonostante espressamente soppresse queste ex festività vengono, in alcuni contratti, comunque indicate in busta paga e sono retribuite in modo diverso se lavorate.

 fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

L’articolo Le festività riconosciute in Italia: ecco quali sono è già apparso su Il Corriere Nazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.