Del 13 Aprile 2024 alle ore 18:59

In provincia di Livorno, appena all’interno, sono a dimora dei vitigni che hanno scritto la storia dell’enologia toscana, territorio definito uno dei piu’ grandi “ terroir italiani”

Risalendo questi vigneti, verso Bolgheri (LI) il paesaggio mi richiama la memoria scolastica, oramai credevo accantonata nelle parti più remote del cervello che mai avrei pensato di rinverdire

“I cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar quasi in corsa giganti giovinetti mi balzarono incontro e mi guardar…” , poesia che nella scuola il maestro imponeva di imparare a memoria.

Il nativo del luogo, poeta Giosué Carducci immortalò nei suoi versi tutto il fascino e la semplicità di questo territorio, quasi mistico, come se un’aurea avvolgesse, con il silenzio, la naturale bellezza imponendo ai viaggiatori un’ espressione serafica, disegnando sui volti un sorriso gaudente.

Dal vivo il paesaggio rende onore ai versi e la poesia assume un significato ancora più profondo. Se si rende onore e conto a questo tratto di Toscana che dona luce e lustro alla migliore enologia italiana, allora non potremo non pensare che i duplici filar siano anche dedicati ai tralci pieni di acini rossi dai profumi straordinari da cui si ottiene il Sassicaia, il Masseto, il Guado al Tasso, il Bolgheri, l’Ornellaia e tanti altri vini pregiatissimi.

Enoteche, romantici ristoranti e prodotti d’eccellenza toscana, fanno bella mostra nelle viuzze di Bolgheri piccolo borgo pieno di cultura e ricco di storia, per la gioia dei turisti di passaggio.

Ed è qui che i miei due amici, Luigi e Michela, il 27 Giugno 2010 hanno deciso di sposarsi. Ma perché Bolgheri!? Chiesi quando mi invitarono a cucinare per il loro matrimonio. Non risposero, mi misi in macchina con Luigi e andai a visitare questo borgo descritto come luogo affascinate e romantico, Bolgheri.

Due ore e mezza di autostrada e capii il fascino del coronamento del loro sogno d’amore.

Portare la mia cucina intrisa di lucanità, fonderla con il territorio toscano, magnificarla con vini di eccezionale celebrità non poteva che essere stimolante per questa nuova sfida cultural gastronomica, ed è quello che Michela e Luigi volevano, desideravano.

L’unicità del luogo con l’unicità di una cucina fatta di profumi, sapori, cultura, non scontata, non omologata ai classici riti matrimoniali, sempre simili l’uno all’altro. Provocare la dialettica, il gusto, il piacere, in un matrimonio, azzardo fantastico, adrenalina a mille. Se poi pensi che la location/cucina è ridottissima, piccolissima e devi cucinare per 200 persone senza lunghe preparazioni ma tutto al momento per consentire l’esplosione dei profumi delle spezie, del pesce , delle carni, allora il gioco si fa duro, affascinante, coinvolgente, sconvolgente.

Ma Goffredo, gran ragazzone, si presta con il suo Taverna del Pittore, locale piccolo, cucina ridotta ma grande professionalità, grandi lavoratori, bravi esecutori. Affiancati durante le ore a venire, da altre maestranze professionali, cucinare è stato un gioco e un gran divertimento, cosi tra una pietanza e l’altra ho avuto anche il piacer di fare qualche passo di pizzica con la sposa…..grande serata, grande Bolgheri, grande Goffredo e la sua Taverna del Pittore.

A fine serata, verso le 2 di notte un bel bicchiere Bolgheri e, a dir la verità più di uno, di Sassicaia ha ritemprato tutto il lavoro svolto. Bella Bogheri.

Le ipotesi sulle origini di Bolgheri e sul suo etimo sono molte. Qualcuno le ritiene legate a un ipotetico “conte Bolgàrio”, altri lo riportano a Bolgario, derivazione dal patronimico “Bùlgaro”, come “appartenente al popolo di stirpe unna dei Bulgari”, già documentato nell’VIII secolo in forme latinizzate.

Comunque sia, a Bolgheri i suoi abitanti hanno saputo conservare luoghi, origine, identità e cultura. In fondo al borgo, nella piazza dedicata appunto a Nonna Lucia, nonna del Carducci, si trova il Ristorante La Taverna del Pittore.

Luogo dalle atmosfere di altri tempi fatte di semplicità, simpatia e contatto con il pubblico, che rende la Taverna del Pittore, non solo un ottimo punto di ristoro, ma anche un luogo di incontro tra i numerosi turisti che da tutto il mondo si recano a Bolgheri ad ammirare le sue viuzze in pietra, il suo viale di cipressi e la sua posizione privilegiata immersa nelle campagne della Costa degli Etruschi.

Il ristorante, magistralmente gestito dal giovane e simpatico proprietario Goffredo propone una scelta prelibata di piatti tipici toscani. Immancabile ed imperdibile è quello che ormai è da considerarsi come l’icona della gastronomia toscana, la cacciagione, il piccione ed in particolar modo il cinghiale. Maltagliati al sugo d’anatra selvaggia, cinghiale in umido o arrosto con olive nere, piccione ed altre prelibatezze toscane fanno del ristorante, la Taverna del Pittore, uno dei loca

li più apprezzati di Bolgheri. Un’ottima e fornita scelta di vini , quasi tutti toscani naturalmente, terminano l’opera d’arte di una cena romantica o in famiglia, in uno dei luoghi più belli della Toscana. Atmosfere romantiche, professionalità ed una buona dose di simpatia tipica livornese, sapranno accontentare anche il più esigente dei palati..Bolgheri è posizionato al centro tra Castagneto Carducci e le spiagge di Bibbona e facilmente raggiungibili a soli 15/20 minuti di auto.

Indirizzo LA TAVERNA DEL PITTORE Largo Nonna Lucia, 4 57020 Bolgheri (Li) Tel: 0565 762184

RICETTE

Pappa col pomodoro toscana

Ingredienti

Pane casalingo raffermo:

gr. 300 Pomodori maturi o pelati

gr. 500 2 spicchi d’aglio

Basilico

Un litro di brodo

Olio d’oliva

Sale e pepe

Preparazione

In una pentola rosolate, in 6 cucchiai d’olio gli agli divisi a metà. Appena accennano a prendere colore, unite i pomodori pelati e tagliuzzati e abbondante basilico. Salate, pepate e fate cuocere per un quarto d’ora.

Versate il brodo bollente e quando spicca il bollore unite il pane tagliato a fettine sottili.

Fate cuocere altri 10 minuti, girando spesso, poi spengete il fuoco. Dopo un’oretta rimestate bene, per sfare completamente il pane, poi, se volete, potete riscaldarla un attimo. Servitela calda (mai bollente) o tiepida con un filo d’olio crudo. Non usate assolutamente il formaggio

Ribollita toscana

Ingredienti

Pane casalingo raffermo:

gr. 300 Fagioli bianchi secchi:

gr. 400

Un cavolo nero

Mezzo cavolo verza

3 mazzetti di bietola

2 patate

2 carote

2 gambi di sedano

2 cipolle

Un cucchiaio di conserva

Olio d’oliva

Sale e pepe

Preparazione Lessate i fagioli in 2 litri d’acqua fredda, passatene circa i tre quarti rimettendo la purea ottenuta nel brodo di cottura. In un’altra pentola fate rosolare, in 8 cucchiai d’olio, una cipolla tritata.

Quando la cipolla appassisce unite la conserva diluita in acqua calda o brodo. Aggiungete le carote e il sedano a fettine, le bietole e i due cavoli tagliati a listarelle, le patate fatte a grosse fette.

Salate, pepate e fate cuocere, con coperchio, per alcuni minuti, quindi versate nella pentola tutto il brodo di fagioli. Fate cuocere a lungo, poi quando tutte le verdure sono ben cotte, aggiungete il pane tagliato a fettine e i fagioli interi. Fate sobbollire per 10 minuti e spengete il fuoco. Rimestate e lasciate intiepidire. Versate la zuppa in una pirofila, cospargetela con fettine di cipolla, pepe e un filo d’olio. Passatela in forno ben caldo finche’ la cipolla sara’ ben dorata. Prima di servirla aspettate qualche minuto.

Ossibuchi alla toscana

Ingredienti

4 ossibuchi di vitella alti circa 2 dita

Una cipolla piccola

Pepolino o timo

Vino bianco

2 cucchiai di conserva

Farina Brodo

Olio d’oliva
Sale e pepe

Preparazione

Togliete la pelle intorno agli ossibuchi e praticate intorno delle incisioni, poi batteteli leggermente. In una teglia mettete la cipolla a fettine sottili, qualche fogliolina di pepolino (o di alloro, o di salvia), 8 cucchiai d’olio e gli ossibuchi infarinati poco.

Mettete sul fuoco e fate rosolare piano, girando gli ossibuchi in modo da farli colorire, poi bagnate con il vino (ideale sarebbe il vin santo) e fatelo ritirare. Versate infine 2 tazze di brodo nel quale avrete sciolto la conserva. Salate, pepate e fate cuocere piano finché tutto il liquido non sarà ritirato e si sarà formata una bella salsetta spessa. Gli ossibuchi dovranno essere morbidissimi.

Piccioni in tegame

Ingredienti

4 piccioni piccoli

2 salsicce

4 fette di lardo o pancetta

Olive nere:

gr. 200

Una cipolla

2 spicchi d’aglio

Salvia

Vino bianco

Poco brodo

Olio d’oliva

Sale e pepe

Preparazione

Spennate i piccioni, svuotateli ,conservate i fegatini, eliminate collo, zampe e punte delle ali, poi fiammeggiateli, lavateli ed asciugateli. Farcite ogni piccione con mezza salsiccia spellata, poi fasciate il petto con una fettina di lardo e di pancetta. Legateli in modo che restino in forma durante la cottura.

Metteteli in una casseruola con 8 cucchiai d’olio, la cipolla a fettine, gli agli interi e qualche fogliolina di salvia. Fate colorire per una decina di minuti, girandoli da tutte le parti, poi bagnate con un bicchiere di vino bianco.

Salate, pepate e fate evaporare lentamente, quindi continuate a cuocere per altri 20 minuti, bagnando con poco brodo.

Pochi minuti prima di togliere dal fuoco, slegateli e togliete il lardo o la pancetta dalla pancia, aggiungete i fegatini tritati e le olive snocciolate.

Cuocete per 5 minuti e servite possibilmente su fette di pane abbrustolite. Roschette livornesi Ingredienti Farina: gr. 400 2 uova Zucchero Una bustina di lievito Olio d’oliva Preparazione Impastate la farina con un uovo, 4 cucchiai d’olio e 2 cucchiai di zucchero,

Federico Valicenti 

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Corriere Nazionale

L’articolo La taverna del pittore è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.

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