Del 10 Aprile 2024 alle ore 10:56
di Attilio Runello
Quando nelle acque del Mediterraneo si generano degli uragani chiamati Medicane, si registra un raffreddamento dell’acqua del mare nei giorni precedenti la perturbazione.
Lo ha scoperto un team al quale hanno partecipato anche alcuni ricercatori dell’università Aldo Moro di Bari, oltre a quelli degli atenei di Catania, Genova, Ca’ Foscari, del Cnr-Isac e dell’Amp Plemmirio di Siracusa.
Lo studio, intitolato ‘Fingerprinting Mediterranean hurricanes using pre-event thermal drops in seawater temperature’ è stato pubblicato sulla rivista internazionale ‘Nature-Scientific reports’, ed è stato coordinato dai ricercatori del dipartimento di Scienze della Terra e geo-ambientali dell’ateneo pugliese. Sono stati presi in considerazione 52 differenti eventi di cicloni avvenuti dal 1969 al 2023.
Ma come si fa ad analizzare la temperatura del mare dopo l’evento?
“Per analizzare le temperature superficiali del mare – spiega in una nota il ricercatore barese Giovanni Scardino, primo autore della ricerca e vincitore di un finanziamento di ateneo per lo studio dei Medicanes – prima e durante lo sviluppo di ognuno degli eventi ciclonici, abbiamo utilizzato dati satellitari e modelli di rianalisi estratti dal servizio Copernicus marine environment monitoring service”.
“Analizzando le differenze di temperatura della superficie del mare – prosegue – registrate nei dieci giorni precedenti la ciclogenesi, abbiamo riscontrato una importante diminuzione, fino a quattro gradi nei casi più estremi. Questa peculiarità sembra essere caratteristica quasi esclusiva dei medicanes”. Ansa
L’articolo Ateneo di Bari individua – insieme ad altri – l’origine degli uragani nel Mediterraneo è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.