Del 9 Aprile 2024 alle ore 11:40

La Federazione Russa vuole acquistare 100.000 tonnellate di benzina dal Kazakistan in caso di emergenza. La carenza di carburante in Russia è aggravata dagli attacchi di droni ucraini contro le raffinerie di petrolio russe e dalle interruzioni nel lavoro delle raffinerie locali, costringendo Mosca a importare il combustibile dal Kazakistan. La Russia è un esportatore di carburante e un fornitore verso i mercati internazionali, ma le interruzioni delle raffinerie stanno costringendo le compagnie petrolifere a importare.

La Russia chiede al Kazakistan una fornitura di carburante di emergenza

Da gennaio, l’Ucraina ha intensificato gli attacchi alle infrastrutture petrolifere russe, prendendo di mira le principali raffinerie di petrolio per interrompere le catene di approvvigionamento militare russo. Perciò alla fine di marzo, circa il 14% delle attività di raffinazione primaria del petrolio russo erano offline. Tuttavia, le autorità moscovite affermano che la situazione sul mercato nazionale dei carburanti è stabile e che ci sono scorte sufficienti a portata di mano. I combustibili fossili sono il motore principale dell’economia russa e la principale fonte di entrate per la macchina da guerra del Cremlino. Nonostante il divieto di esportazione di benzina imposto dalla Russia, il Paese continua a rifornire i paesi membri dell’Unione economica eurasiatica guidata da Mosca, compreso il Kazakistan. Mentre, a causa della cronica carenza di benzina, lo stesso Kazakistan ha limitato le esportazioni di carburante fino alla fine del 2024.

L’articolo La Russia chiede al Kazakistan una fornitura di carburante di emergenza è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.

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