Del 28 Marzo 2024 alle ore 20:39
Dario Patruno
Alcuni giorni fa ho avuto il privilegio di assistere presso l’Aula magna dell’ Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore ALPI-MONTALE di Rutigliano (BA) alla cerimonia conclusiva del PCTO (“Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”) su MEMORIAL UOMINI NONOSTANTE TUTTO– Testimonianze da Memorial.
Questa Associazione insignita del premio Nobel per la letteratura nel 2022, nonostante fosse stata sciolta alla fine del 2021. I ragazzi avevano visitato la Mostra a Bari svoltasi nel Colonnato della provincia dal 28 ottobre all’11 novembre 2023.
Quaranta ragazzi attentissimi e motivati dal desiderio di essere protagonisti in una performance collettiva, animata da due classi di maturandi, accompagnate nel percorso da due docenti dotati di straordinaria sensibilità culturale che hanno stimolato i ragazzi.
Rendere attuale una storia che, pur appartenendo ad un passato remoto, interroga le generazioni di diciottenni a guardare vicende terribili quali quella dei Gulag dell’Unione Sovietica dal 1917 al 1987, con gli occhi di chi è consapevole che il “mai più” divenga vissuto quotidiano. Questi eventi sono intrisi dal desiderio di una realtà che genera vita, nonostante tutto ci parli di morte. I ragazzi hanno proiettato, memori della loro specializzazione in Arte e Immagine un video sull’Olocausto accompagnato da profonde riflessioni, dimostrando di aver compreso a pieno gli eventi della storia come pochi sanno fare.
Una immagine su tutte, la performance di un ragazzo che ha cantato, mentre scorrevano immagini bellissime della tenerezza tra madri e figli della canzone “Portami a ballare”, con cui Luca Barbarossa si è presentato al Festival di Sanremo del 1992, vincendo la competizione canora. Il brano, scritto dallo stesso cantautore romano, è dedicato alla mamma Annamaria. L’artista sente di aver trascurato il rapporto con la madre a causa della vita troppo frenetica e immagina di portarla a ballare “uno di quei balli antichi“. Il ballo è solo una scusa, un modo per parlarsi e raccontarsi senza filtri.
“Non riesco più a parlare
Di fronte a quei tuoi occhi
Così dolci e così severi“.
“Dai mamma, dai
Questa sera fuggiamo via
È tanto che non stiamo insieme“.
Anche se madre e figlio non si vedono tutti i giorni, Luca ci tiene a sottolineare che lui la sente “sempre accanto“, anche adesso che è un uomo.
Proprio i legami familiari lo Stato sovietico mirava a recidere. Ma non riusci, “nonostante tutto”. Quindi obiettivo pienamente raggiunto di rendere attuali messaggi del passato.
Permettetemi di sottolineare che la maturità di questi ragazzi, evidenziata dal lavoro svolto, interroga al tempo stesso gli adulti a trovare soluzioni che valorizzino il capitale umano come non mai, per offrire speranze tangibili di affermazione professionale di uomini e donne che chiedono adesso di essere ascolt
L’articolo Quando la bellezza entra a scuola e ti cambia la giornata è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.