di Andrea Gentile
“Clouds and Shadows on Mars” è il titolo di questa eccezionale mostra curata da Luis Pérez-Ormas e Stéphane Verger che espongono opere di un artista di grande rilievo nel panorama artistico internazionale: una mostra realizzata in collaborazione con Galleria Continua concepita specificamente per il Museo e, in particolare, per consentire un dialogo con gli affreschi romani della sua collezione, sfidando le nozioni convenzionali di tempo e spazio.
Con l’inclusione di riferimenti al sistema solare nelle opere di Araujo agisce come un promemoria della vastità temporale e spaziale che trascende le civiltà umane; il confronto delle rappresentazioni celesti in contrapposizione con il patrimonio storico del Museo, rimosso dal suo contesto originale e inserito in un palazzo, Araujo invita il pubblico a riflettere sulla natura effimera dell’esistenza umana e sulla perennità dell’universo.
Questo dialogo tra il passato distante e il presente, tra l’arte classica e le astrazioni moderne, offre una nuova prospettiva sul valore nostro posto nel cosmo e nella storia: tra gli oggetti permanentemente esposti nel museo, le opere di Juan Araujo, opere, dipinti su tela o lamiera, spesso allestiti come assemblaggi ed esposti su leggii moderni, intendono entrare in dialogo con la collezione del museo, costituendo un pretesto per la collisione tra arte antica e contemporanea, attraverso incontri inaspettati e sottigliezze che trascendono una comprensione cronologica lineare dell’arte.
Juan Araujo gestisce magistralmente l’arte della pittura: le sue opere sono spesso basate su riproduzioni trovate in cataloghi e libri d'arte, riviste, giornali, rapporti scientifici o altro e spesse volte mette in discussione la temporalità delle immagini, mostrando la sua dimensione multistrato oltre che suggerendo connessioni e contrasti allegorici tra la loro natura iconica e il linguaggio verbale. Un esempio emblematico è l’opera che funge da titolo per questa mostra, “Clouds and Shadows on Mars” che fa riferimento a un’immagine drammatica raffigurante una scena di guerra durante l’attuale conflitto in Palestina, insieme a una descrizione fornita dalla NASA di una riproduzione del pianeta Marte ed indicando infine il nome dell’antico dio della guerra.
Con l’esposizione di immagini in cui temporalità diverse si scontrano, il lavoro di Araujo suggerisce che non esiste un tempo unico, reale e contemporaneo, ma piuttosto un presente fluido ed esteso che porta tracce del passato, fatto sia di ricordo che di oblio, di rovine e cancellature; i suoi soggetti includono riferimenti alla cultura italiana contemporanea come Pinocchio, i film di Michelangelo Antonioni, i dipinti di Giorgio Morandi e le fotografie di Luigi Ghirri. Tra i nuovi dipinti in mostra, emblematico è “L’Eclissi”. “
Juan Araujo è noto anche per le sue opere che prendono vita da immagini di architettura moderna e paesaggi tropicali, nonché vedute di pianeti i cui nomi sono in risonanza con antiche divinità: Saturno, Giove, Plutone, Urano. L'astrofisica moderna ha rivelato che quando guardiamo le stelle nel cielo, otteniamo la risonanza visiva di eventi catastrofici e seminali accaduti milioni di anni fa, cogliendo a malapena i tremori dall’origine dell’universo.
Guardare i pianeti è quindi simile a guardare il nostro lontano passato nei frammenti conservati nel Museo Nazionale Romano: nuvole e ombre su Marte, antichi affreschi e frammenti scultorei, metamorfosi e cancellazione, ma anche sogno e risveglio improvviso dal furore della storia, danno forma alla sottile poetica pittorica dell’artista, nato nel 1971 a Caracas, Venezuela. Vive e lavora a Lisbona, Portogallo. Juan ha esposto ampiamente a livello internazionale, incluse mostre personali come “Measurable distances of space and air”, PEER, Londra, Regno Unito(2019); “Mineirianas”, Inhotim Center for Contemporary Art, Belo Horizonte, Brasile (2013); “ A Través”, Centro Gallego de Arte Contemporánea, Santiago de Compostela, Spagna (2008). Il suo lavoro è anche apparso in numerose mostre collettive e biennali tra cui “Southern Geometries, from Mexico toPatagonia”, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi, Francia (2018); “Healing and Repairing”, Bienal de arte contemporânea de Coimbra, Coimbra, Portogallo (2017); “ Roberto Burle Marx: Brazilian Modernist”, Jewish Museum, New York, USA (2016); “Stati Uniti d’America Latina”, Museum of Contemporary Art, Detroit, Michigan, USA (2015); “Gli interni sono all’esterno”, a cura di Hans-Ulrich Obrist, Casa de Vidrio, San Paolo, Brasile (2013); la Triennale di Aichi, Nagoya, Giappone (2010), Museu de Arte Moderna de São Paulo, São Paulo (2009); la Biennale di Sharjah, Emirati Arabi Uniti (2009); la Biennale del Mercosul, Porto Alegre, Brasile (2007); la Biennale di San Paolo (2006); il San Diego Museum of Art (2005) e l’American National Society, New York (2005).
Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo, Largo di Villa Peretti 2, Roma – Dal 29 marzo al 28 maggio 2024, 09.30 -19.00. Chiuso il lunedì. Aperto a Pasqua e Pasquetta.
L’articolo Il Museo Nazionale Romano ospita l’artista venezuelano Juan Araujo è già apparso su Il Corriere Nazionale.