Del 25 Marzo 2024 alle ore 10:04
di Attilio Runello
La comunità internazionale non sembra abbia fretta di inviare truppe per ristabilire l’ordine.
Il Kenia si era proposto come capofila di invio di forze di polizia per dare un aiuto ai dodicimila poliziotti presenti nel paese. L’esercito nel paese era stato smantellato negli anni Novanta.
Il paese più vicino, la Repubblica dominicana ha paura di essere invaso dai profughi haitiani. Ha in progetto di realizzare un muro. Inoltre non concede nessuna cittadinanza ai profughi haitiani che vanno a lavorare nelle piantagioni di zucchero.
I civili haitiani che possono hanno costituito una polizia privata di vigilantes che di fronte alle gang o supposte tali li fanno fuori andando per le spicce.
La popolazione in realtà non si fida nemmeno di una eventuale polizia internazionale. Ne hanno già avuto una a guida brasiliana che alle Nazioni Unite è costata mezzo miliardo, ma non è stata granché efficace.
Così il paese che per il 95% è costituito da persone di origini africane si è rivolto ad alcuni paesi africani. Il Kenia sembra aver raccolto l’appello lo scorso settembre. Le Nazioni Unite sono disposte a rifinanziare. E il Kenia forse è alla ricerca di una vetrina internazionale che possa farlo diventare un paese influente.
Haiti si è rivolto alcuni anni fa anche agli ex colonizzatori, i francesi..Dei colonizzatori che all’inizio dell’Ottocento diedero l’indipendenza al paese, ma poi pretesero un risarcimento per i mancati introiti.
Sarkozy fu l’unico che per poche ore si recò ad Haiti almeno per una visita
Noi abbiamo un piano Mattei per l’Africa. Questo paese in fondo è Africa. E siamo fra i pochi paesi che a volte in passato ha inviato soldati in situazioni dove non ce ne viene proprio nulla, come in Albania negli anni Novanta, in Libano, a Timor est, in Somalia insieme agli americani nel 1994. Solo quest’ ultima operazione si rivelò un insuccesso.
L’articolo Haiti da alcuni mesi è un paese in preda alle bande armate è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.