Stavolta il libro che prendo dalla soffitta, è un testo di un autore famoso, Michael Andreas Helmuth Ende che è stato (è del 1929 ed è morto nel 1995) uno scrittore tedesco universalmente noto soprattutto per i romanzi “Momo” e “La storia infinita”.
Ma è la storia infinità che gli ha dato lustro e fama per gli ultimi dieci anni di vita, diventato un film fantastico del 1984 diretto dal regista Wolfgang Petersen che ha avuto due seguiti, La storia infinita 2 (1990) e La storia infinita 3 (1994).
Il suo budget di 25 milioni di dollari ne fece il più costoso film di produzione tedesca.
Questo racconto, “Momo e i ladri del tempo” è finito in un cartoon della Cecchi Gori Group nel 2001.
La trama, come dice il retro di copertina, è romanzo tra fiaba e giallo ad un tempo, supera ogni schema e limite di età per entrare nella migliore letteratura classica per ragazzi.
L’edizione che ho io è proprio da soffitta, del 1974, Vallecchi – Firenze
Il romanzo si svolge in una piccola cittadina, tra le rovine di un vecchio anfiteatro, forse Roma, o qualsiasi centro ricco di storia nel Sud Europa.
La vita tranquilla di un borgo, adulti al bar, anziani che giocano a carte, una parrucchiera che sorride alla cliente, i bambini appena usciti da scuola corrono a giocare.
In questo quadro arriva Momo (non si sa da dove) che fa conoscenza con lo spazzino Beppo e la tartaruga Cassiopea ed altri bambini.
Il paese viene sconvolto da strane cose: un esercito di “uomini grigi”, tutti uguali e tutti con un sigaro acceso in bocca, sta prendendo contatti con la cittadinanza.
Uno di loro, ad esempio entra nella bottega del barbiere e inizia a calcolare tutto il tempo che l’uomo “perde” in attività non produttive, come prendersi cura della vecchia mamma, andare a trovare la sua ragazza, chiacchierare con gli amici.
Gli propone un accordo: non deve più “perdere tempo” in tutte queste inutili occupazioni, ma deve risparmiarlo mettendolo in una “banca del tempo”, gestita dall’organizzazione degli uomini in grigio.
Chi vuole può mettere in relazione i banchieri del nostro tempo e quello sta avvenendo nel mondo reale, in effetti sono proprio uomini in grigio che ci stanno omologando nei comportamenti e nelle cose possibili da fare, con un forte dominio delle finanziarie.
Il dominio è sempre uguale, il potere è sempre odioso e grigio
Nella fantasia della penna di Ende questi uomini sono legati fra loro da un patto di potere, e vengono tenuti in vita fumando dei sigari fatti dal tempo rubato.
Inutile dire che questa bambina Momo e la sua fantasia farà si che saranno gli uomini in grigio ad andarsene in fumo e la città riprenda il suo ritmo di sempre.
Non sorprenderà sapere che Ende, autore anche delle illustrazioni del libro, è figlio del pittore surrealista Edgar Ende.
Micheal ha vissuto gli ultimi anni della sua nella campagna, tra gli ulivi, vicino a Roma.
Nel 1962 ottenne il primo successo con “Un ferroviere e mezzo” un libro per bambini, per il quale prese subito il Kinderbuchopreis, un prestigioso premio tedesco per scrittori per ragazzi.
Momo è del 1973 anch’esso premiato. Fu una mia amica Kundel khunn, psichiatra infantile a farmi conoscere Ende attraverso il libro a doppio colore con la storia di Bastian, Atreiu, e la storia infinita, arrivato in Italia nel 1981 e che ho letto nel 1982, prima che diventasse un film famoso.
Come si vede spesso in soffitta c’è tanta vita.
Redazione Corriere di Puglia e Lucania
L’articolo Micheal Ende: «Momo e i ladri del tempo» è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.