Del 22 Marzo 2024 alle ore 18:49
Trascrivo parte di un articolo apparso su “Collianiene.org” del 21 marzo, dal titolo: “Parco naturale della Cervelletta. Ivan e Bianca, volontari sensibili e disponibili”.
“Ormai all’interno del parco veniamo attratti da una coppia intenta a fare grandi pulizie, che avevamo salutato e conosciuto qualche mese prima. Erano Ivan e Bianca. Ci avviciniamo e notiamo che dalla scorsa volta avevano pulito gli argini del ruscello in un buon tratto.
Ci siamo congratulati con loro per la costanza dell’iniziativa. Con la loro laboriosa opera avevano già liberato molti alberi dall’edera che si ramifica intorno agli alberi e li soffoca e pulito un buon tratto degli argini del ruscello dalla vegetazione selvaggia che li copriva.
I Sig.ri Ivan e Bianca sono marito e moglie, amanti della natura. Di fronte alle nostre curiosità ci hanno confidato che ogni mattina arrivano presto al parco, con un carrellino, armati di attrezzi per disboscare, comprati da loro, si mettono con santa pazienza a tagliuzzare i rovi e verso le undici ritornano a casa contenti di aver fatto qualcosa per il sociale.
Bisogna ammettere che nella parte liberata si riesce ad intravedere il corso dell’acqua pulita nel ruscello e addirittura la veduta si allarga sui prati circostanti”.
E riporto il giusto commento di un lettore: “Credono di far bene, ma sciupano ciò che è naturale. Una riserva naturale deve essere naturale, la mano dell’uomo si deve vedere il meno possibile. Un corso d’acqua nascosto deve restare nascosto. La bellezza, l’emozione, sono nello scoprirlo. E non è vero che l’edera soffoca le piante. Bianca e Ivan, nonché l’autore dell’articolo non sono ben informati”.
Il lettore ha perfettamente ragione. Io ai “volontari sensibili e disponibili”, desiderosi di “tagliare e disboscare”, vorrei dare un consiglio spassionato: lasciate in pace il parco naturale della Cervelletta che, vi assicuro, non ama l’antropizzazione, e se volete fare qualcosa di “utile per il sociale”, fatevi un giro per le strade di Colli Aniene e liberate i marciapiedi dalle erbe spontanee, spesso bellissime a vedersi, ma che alle volte costringono le persone a camminare nella strada, col rischio d’essere investite dalle macchine, e spesso precludono la visibilità agli automobilisti. Potreste cominciare da Via Urbano Cioccetti, dove un gigantesco rovo occupa tutto il marciapiede arrivando a adagiarsi sulla strada. Ma di lavoro da fare ce n’è veramente tanto. Ve ne saranno grati gli abitanti del quartiere.
Renato Pierriph FAI
L’articolo Il parco naturale della Cervelletta va lasciato in pace è già apparso su Il Corriere Nazionale.