Del 20 Marzo 2024 alle ore 11:33
di Gaia Bafaro
Il periodo che oggi definiamo Pasquale, nell’antichità coincideva con l’equinozio di primavera ed era noto nelle popolazioni celtiche come “Eostur-Monath” o Oestara.
Durante tale ricorrenza si celebrava la dea dalla testa di lepre “Eostre”,cui nome deriva da aus o aes cioè Est e quindi legata al sole nascente, simbolo di rinascita e fertilità . Dal suo nome deriva il termine inglese “Easter” dall’odierno significato di Pasqua.
In onore ad Eostre si praticava la ierogamia e le sacerdotesse, nel periodo che va dal 20 al 23 marzo, accendevano nei suoi templi un cero simboleggiante la fiamma eterna dell’esistenza che veniva spento solo il giorno dopo la festività. Il Cristianesimo ha probabilmente ripreso la tradizione del cero pasquale da questo rito.
Alla dea Eostre erano sacre le lepri, animali associati alla luna e alla donna ,legate alla sessualità ed alla procreazione . Secondo una antica leggenda la lepre abita nel palazzo della luna e possiede l’elisir dell’immortalità, inoltre, in America , era considerata simbolo dell’aurora e nota come la divinità Michabo, demiurgo creatore e civilizzatore.
Nello stesso periodo si adorava nella civiltà assiro-babilonese Ishtar o Inanna, , divinità legata alla vegetazione, alla rinascita ed alla fertilità, innamorata del pastore Tammuz destinato alla morte.
La Dea e le donne dopo la morte di Tammuz, stabilirono in suo onore che vi fosse un mese di lutto e digiuno e questo coincideva con il periodo di Marzo/ Aprile. Nell’opera “Discesa di Ishtar negli Inferi”, si narra di come la dea si recasse nell’oltretomba per salvare dalla morte Tammuz e di come rinacque scambiando il suo corpo con quello dell’amante.
In Grecia invece si celebravano in primavera le Adonie in onore del dio della vegetazione Adone, le donne seminavano in suo onore ceci, grano, lenticchie in un vaso e ne adornavano le spighe con dei nastri, ponendole dinnanzi alle effigie del Dio. Una volta appassite queste “piantine”, note come “Giardini di Adone” venivano sparse per i campi o gettate nei fiumi insieme ad una statuetta di Adone per assicurare fertilità. Simile usanza si ha per la Pasqua cristiana, vengono creati i sepolcri di Cristo, posti sugli altari il giovedì santo per essere, il sabato santo, distribuiti tra amici e parenti.
Un retaggio di antichi culti Dionisiaci di sangue e vino, si ha nel paesino calabrese di Nocera Terinese, dove i “vattienti” il venerdì santo si percuotono le gambe e spargono sangue e vino per le strade ai piedi della statua della Madonna Addolorata. Di certo si tratta di un rito cruento, con retaggi pagani che la Chiesa ha cercato nel tempo di osteggiare ma troppo radicato nel corredo genetico del popolo da essere estirpato.
Alcuni simboli, svolgono un ruolo centrale nella Pasqua ma hanno in realtà origini più antiche.
LA CROCE: Il simbolo che contraddistingue il Cristianesimo ma che in realtà esiste ancor prima del Cristo. Furono i Celti i primi ad utilizzare la Croce, la prima croce della storia risale al 8-10.000 a.C. ed è stata rinvenuta in una grotta dei Pirenei. Essa rappresentava il legame tra la vita e la morte, l’albero della vita,i punti cardinali, i quattro elementi acqua, terra, aria e fuoco uniti al quinto lo spirito, l’energia, le quattro feste stagionali (samhain, imbolc, beltane,lughnasadh). Il cerchio caratteristico della Croce celtica era simbolo del cosmo e della sua ciclicità. Nella croce l’intersecarsi della linea verticale con quella orizzontale rappresentano l’unione degli opposti e dei contrari, il braccio orizzontale simboleggia il piano terreno, quello verticale il piano spirituale e di ricollegamento con Dio, venne utilizzata con valore spirituale religioso dagli Etruschi e dai Romani e divenne con San Patrizio il simbolo proprio del cattolicesimo irlandese. Nella tradizione cristiana il cerchio è simbolo d’eternità e di infinito amore ed enfatizza il sacrificio compito da Cristo nel momento della crocefissione. Altre versioni ritengono chela croce celtica rappresentasse un simbolo fallico, il sole e la luna, la Dea e il Dio.
LE UOVA: L’uovo è associato all’origine, alla creazione ed alla nascita dell’uomo in numerose cosmogonie.
In Egitto ad esempio, il sole era l’uovo deposto ogni giorno dall’oca celeste, per i Greci, dalle uova nacquero numerosi eroi come Castore, Polluce, Clitennestra, figli di Zeus che aveva posseduto Leda sotto le sembianze di un cigno.
Furono proprio Egizi e i Greci i primi a scambiarsi le uova come pegno di prosperità e longevità. Esso è simbolo di rinascita poiché dopo l’apparente morte, sorge la vita, inoltre, racchiude in sé il principio lunare- femminile (albume) , solare- maschile ( tuorlo).
L’AGNELLO: Numerosi furono i sacrifici degli agnelli in onore agli Dei. Nella notte che precedeva la partenza per i pascoli estivi, i pastori uccidevano i primi nati del gregge, il sangue veniva utilizzato a scopo apotropaico e propiziatorio, per proteggere pastori e gregge, la carne era mangiata con i membri della famiglia per rinsaldarne i legami.
Nel culto arboreo pagano, la capra è l’unico animale che errando nei boschi, può nutrirsi della corteccia degli alberi, solo il Dio può nutrirsi della pianta da egli stesso personificato e dunque è un animale sacro. L’uomo lo assume come cibo per la credenza di assumere in questo modo le proprietà della divinità, il cibarsi di animali sacri per il Dio è un momento solenne e tale credenza è presente anche nel Cristianesimo: << io sono l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo>>.
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L’articolo L’equinozio di primavera tra leggende e tradizioni è già apparso su Il Corriere Nazionale.