“Lucrezio. Le parole e le cose” di Ivano Dionigi disvela il corpo del poema ovvero “un cosmo vero e proprio” in cui sembra “prendere forma un divenire caosmico grazie alla filologia, la quale ordina il molteplice e domina il caos” e “L’assimilazione tra verba et res annulla il divario tra poesia e filosofia, aprendo la strada della successiva divulgazione scientifica”.
Si può affermare che la mente e lo sguardo di Lucrezio affondano oltre il visibile e vedono già la teoria dei molti mondi prima di Giordano Bruno, della meccanica quantistica e dell’Interpretazione dei molti mondi.
La filosofia, la nuova fisica e Lucrezio
Ivano Dionigi scrive: “Il ‘distaccamento’, l”accostamento’, il ‘mutamento’ degli atomi convertono la natura delle cose nello stesso modo in cui l”omissione”, l”aggiunta’ delle lettere convertono l’identità delle parole… per scoprire e chiarificare i meccanismi del mondo atomico… l’invisibilità degli infinitesimi:”
L’isomorfismo tra parole e cose appartiene all’epicureismo e “la corrispondenza della terminologia atomistica e linguistica” si evidenzia la “compresenza dell’uno e del molteplice, del medesimo e del diverso, del codificato e del nuovo… annuncia un nuovo mondo” fino a “far combaciare vocabolo e oggetto significato significante ordine linguistico ordine cosmico”
Lucrezio e Dante
“Non le vediamo tutte le cose né tanto grandi quanto sono, ma la nostra vista si apre la via per investigare e getta le fondamenta per la verità” (Seneca) e chi le vede, nel “De rerum natura”, è Lucrezio il cantore della natura in ogni suo aspetto: dagli uomini agli animali, alla terra con le sue acque, agli astri ed agli infiniti mondi.
Il poema di Lucrezio è una creazione filosofica, poetica e fisica ante litteram, grandiosa tanto quanto la Divina Commedia di Dante: il verso, la filosofia, la costruzione del poema-mondo vogliono investigare la realtà e portare alla luce le cose oscure e il mistero che la natura occulta all’intelletto.
Un invito ad “uscire dallo stato di minorità” e ricorda l’Ulisse dantesco che travalica le Colonne d’Ercole perché, dice il divin poeta “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”.
La natura, la φύσις dei presocratici, Lucrezio, Galileo, Bruno e la nuova fisica
La fisica e la téchne (τέχνη) hanno dimostrato come l’atomo sia non solo divisibile ma che non è l’ultimo elemento costituivo della natura, infatti esistono: la fisica delle particelle, i quark, i muoni, la materia oscura e il bosone di Higgs e dal momento che l’atomo di Democrito era l’elemento costitutivo del cosmo nulla vieta che sia equiparabile a quell’elemento primo che la nuova fisica indaga come “la gravità quantistica ad anello” e la “QM relazionale” del fisico pop Carlo Rovelli
L’atomismo di Leucippo, Demòcrito, Epicuro, Lucrezio e poi Galileo, Descartes, Gassendi e gli infiniti mondi di Giordano Bruno percorrono la nuova fisica a dimostrazione della vitalità delle due culture: scienze umane e fisiche-naturalistiche.
L’articolo Lucrezio. Le parole e le cose è già apparso su Il Corriere Nazionale.