Del 28 Febbraio 2024 alle ore 21:44
BARI – E’ ormai evidente a tutti che a Bari la scelta per la guida della amministrazione locale avviene con la volontà, la partecipazione diretta e il consenso delle famiglie mafiose. Numeri alla mano, le organizzazioni criminali, riescono a controllare circa il 20/30% del consenso e, quindi, possono decidere direttamente, con o senza accordo, i candidati sindaci cui far vincere la competizione e i consiglieri comunali che siederanno a Palazzo di Città. Ed è proprio per questo numero alto di consensi che, certi uomini che non definisco politici, si avvicinano alle organizzazioni criminali per chiedere ed ottenere un significativo sostegno in campagna elettorale in cambio di assunzioni, di favori, di soldi.
Nella città di Bari si contano ben 24 clan criminali che, ormai consapevoli del proprio consenso, adesso impongono i loro uomini anche all’interno delle istituzioni. Una invasione di campo pesantissima. Controllare un ente locale vuol dire ipotecare la vita della città, gli appalti, i lavori, le scelte edilizie e dei piani urbanistici; in sostanza la gestione dell’ente e delle società partecipate e, nel contempo, avere collegamenti diretti anche con i partiti, le amministrazioni ed a volte anche con esponenti di governo. Quindi, un ritorno economico in caso di somme da spendere e, comunque, realizzare un momento di forte prestigio e di dimostrazione della loro forza nei confronti della comunità.
Alla vigilia della competizione elettorale dell’8 e 9 giungo a Bari, mi preme sottolineare come la criminalità organizzata scelga gli interlocutori, interviene sulle persone deboli, quelle che non hanno una fermezza etica e morale, coloro i quali si piegano con maggiore facilità ai voleri del boss. Ecco, quindi, che spesso vengono preferiti soggetti senza una storia professionale o politica oppure che hanno dimostrato sul campo di adempiere perfettamente agli ordini del padrino.
Questa città, questa regione, non sono state amministrate bene, il centrosinistra ha fallito. I fatti lo dimostrano, gli arresti, le indagini, i pentiti lo dimostrano. Vogliamo ancora girare la testa dall’altra parte e continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto? E’ evidente che, nel pieno della tempesta politica e giudiziaria che si è abbattuta sull’amministrazione della città di Bari, ci vuole uno scatto d’orgoglio, un colpo d’ala. Se ne esce, non giudicando prima del tempo, cioè prima di una sentenza definitiva, i soggetti indagati, ma tenendo alta e all’unisono la coscienza civica. Noi Moderati crediamo che si possa e si debba ripartire da una educazione al senso dell’onestà e delle responsabilità sociali da parte delle famiglie, delle parrocchie, della scuola, inculcando in tutti, a partire dai giovani, una forte antipatia contro tutto ciò che è inquinato di corruzione, chiamando corruzione e non furbizia ogni atto o tentativo di corruzione. Una cosa è certa: occorre discontinuità, discontinuità con quanti, al governo dell’amministrazione comunale non comportandosi da buoni padri di famiglia, hanno generato questa situazione.
Barnabà Luigi
Coordinatore cittadino
L’articolo Le mani sulla citta’ è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.