Del 27 Febbraio 2024 alle ore 20:32

E’ il titolo di un celebre libro del giapponese Masanobu Fukuoka, un pioniere di sistemi agricoli naturali assolutamente sostenibili: in lui la botanica sconfina nella filosofia, e la sua preziosa opera meriterebbe senza dubbio maggiore diffusione.

E come afferma David Holmgren nel suo “Permacultura, dallo sfruttamento all’integrazione”, “(…)le strategie dal basso verso l’alto più rilevanti partono dall’individuo e si sviluppano con l’esempio e l’emulazione fino a generare cambiamenti di massa…l’obiettivo principale è quello di permettere a individui, famiglie e comunità locali di accentuare la loro autosufficienza…Tale approccio si basa sulla consapevolezza che una parte della società è pronta…questa minoranza socialmente ed ecologicamente motivata rappresenta la chiave di volta di un cambiamento su larga scala.”

L’agricoltura esiste dal neolitico, ma l’idea di integrarla con biologia e architettura nasce negli anni ’70 in Australia da Holmgren e Mollison, è l’inizio della permacultura ossia di un metodo per soddisfare i bisogni in equilibrio con l’ambiente, un modello teorico che ha tenuto conto di studi realizzati fin dal primo ‘900.

Fukuoka e Mollison sono defunti, mentre Holmgreen prosegue la sua opera.

Purtroppo la permacultura non è ancora diffusa nelle masse e le ragioni sono molte ma la principale, come dice Holmgren stesso, è l’ostilità dell’establishment verso questo approccio così diverso, visto come una minaccia al potere costituito. Se gli individui si rendono autosufficienti, il modello economico basato sul consumismo perde terreno: autonomia e consumismo sono inversamente proporzionali, e le istituzioni politiche a  livello globale come locale temono la perdita di potere.

Tuttavia si sono avuti nel tempo vari progetti di permacultura, diversi fra loro ma con obiettivi in comune che riguardano non solo l’attenzione verso la terra ma anche per tutti gli esseri viventi e per l’umano. Non per nulla si chiama permacultura e non permacoltura: Nomina sunt consequentia rerum, dicevano i latini. Evidentemente, chi ha pensato la parola aveva in mente un cambiamento di rotta anche nel modo di concepire i rapporti sociali, e non solo una modificazione dell’ambiente: una trasformazione che riguardasse molti aspetti del sociale, insomma.

Lo stesso Holmgren ha elencato i dodici principi della permacultura.

Si tratterà sostanzialmente non solo di smettere di danneggiare  l’ecosistema, ma anche di ridurre notevolmente i consumi per ritrovare un equilibrio soddisfacente.

Non c’è un minuto da perdere…

SandraFallaci©

L’articolo La rivoluzione del filo di paglia è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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